Gli eredi di Dante «ricercati» dai russi
Per un cavillo della legge serve il loro consenso per avallare la denominazione della Società Dante Alighieri a S. Pietroburgo

Il conte Pier Alvise Serego Alighieri e la figlia Massimilla
MILANO – Le Autorità di San Pietroburgo hanno chiesto alla Società Dante Alighieri, che diffonde la lingua e la letteratura italiana nel mondo, di cambiare il nome. Secondo l’attuale legislazione russa, infatti, una società «no profit», ovvero non a scopo di lucro, se ha nella ragione sociale il nome di una persona famosa deve chiedere il permesso di usare detto nome alla persona stessa o, se defunta, ai suoi discendenti. La Società Dante Alighieri è stata fondata nel 1889 da Giosuè Carducci e altri intellettuali. Attualmente ha circa 500 Comitati, di cui 400 all’estero. Il Comitato di San Pietroburgo è stato aperto nel 1992. Il quotidiano Russia Today ha chiesto un commento a Marina Samarina, presidente della Dante Alighieri di San Pietroburgo: «Trovare un discendente di Dante? Sarebbe lo stesso per Omero».
I DISCENDENTI DEL POETA – La cosa non è completamente esatta, visto che i discendenti del Poeta sono vivi e vegeti. Il conte Pier Alvise Serego Alighieri è, infatti, il 21esimo discendente diretto dell’autore della Divina Commedia. In effetti, la discendenza diretta di Dante si ferma a Ginevra, nipote del poeta in quanto figlia di suo figlio Pietro e di Teresa Frisoni. Dunque non vi fu nessun maschio a portare avanti il cognome Alighieri e ciò malgrado la brillante idea dello zio di Ginevra il quale, sebbene canonico, ottenne una dispensa al fine di tentare di generare un figlio maschio che continuasse la dinastia. Purtroppo il canonico dispensato dal voto di castità generò soltanto tre femmine. Il destino della famiglia Alighieri tornò dunque a Ginevra, la quale sposò un conte: il ricco possidente Marcantonio di Serego. Il primogenito di Marcantonio e Ginevra fu chiamato Alvise. Poi, nel tempo, i discendenti del conte Serego aggiunsero al loro cognome quello di Alighieri per sottolineare il fatto che loro erano, anche se per via materna, i discendenti di Dante.

LA POESIA DEL VINO – Tra l’altro, il figlio di Dante, Pietro, si stabilì a Verona dopo la morte del padre avvenuta nel 1321 e verso la metà di quel secolo cominciò a comprare terreni e case in Valpolicella. E il 21esimo discendente di Dante, Pier Alvise Serego Alighieri, è proprietario di un’azienda vinicola situata a Sant’Ambrogio di Valpolicella, ovvero nella provincia veronese. Pier Alvise, diretto discendente di Dante non ha dubbi: «La Dante Alighieri rappresenta da più di un secolo a questa parte l’italianità in giro per il mondo, promulgando attraverso la lingua italiana la cultura e la conoscenza del nostro Paese. Per cui sarebbe quantomeno strano e sicuramente dannoso doverle cambiare il nome (anche perchè il binomio Dante Alighieri/ Italia è sicuramente molto ben recepito nei cinque continenti). Se la Dante Alighieri volesse contattarmi sarò più che lieto di dare il mio benestare al mantenimento del nome del mio illustre avo. Oltretutto, i nostri vini – Amarone, Recioto, Valpolicella – sono esportati per il 90% della produzione all’estero e una buona quota di essi sono venduti proprio in Russia e, ovviamente, anche a San Pietroburgo».

Paolo Torretta

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