Lucia Bodecchi
Nel canto XI del Paradiso, Dante narra, per la bocca del domenicano Tommaso d’Aquino, la vita di San Francesco. Questi è identificato, attraverso una serie di richiami testuali, più o meno espliciti, come l’alter Christus e viene ad assumere, all’interno della Commedia, un ruolo fondamentale come santo che, nel contesto di una riflessione sulla conversione del cuore dell’uomo, indica alla Chiesa e a tutta l’umnità, la strada da percorrere per un rinnovamento spirituale profondo, quanto mai avvertito come necessario in un’epoca di scontri e confusioni dottrinali. Il centro di questa rigenerazione interiore è costituito dalla povertà, come virtù che si contrappone alla “maledetta avarizia”, alla lupa, che con la sua cupidigia e brama di possesso ha disviato il cuore degli uomini dal Sommo Bene. Ma, prima ancora, un ardore serafico per Dio, presupposto necessario alla scelta della povertà e segno di una feconda sapienza interiore, quella di cui Francesco, cantato nel Cielo dei Sapienti, è simbolo. Questa lettura cerca di mettere in luce i tratti della spiritualità del santo che Dante sottolinea, quelli più noti, come appunto la nascita provvidenziale e le nozze con “Madonna Povertà”, e quelli un po’ più in ombra ma non per questo meno importanti, come l’amore ardente e il misticismo, l’umile regalità, l’obbedienza alla Chiesa, il suo essere simile, già in vita, alle anime beate del cielo e la sua sapienza, attraverso un continuo confronto del testo dantesco con una delle più importanti biografie di Francesco. La Leggenda Maggiore di Bonaventura da Bagnoregio e la Bibbia, il libro sacro dal quale nessuna lettura dantesca può prescindere.

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Questa lettura cerca di mettere in luce i tratti delIa spiritualità del santo che Dante sottolinea, quelli più noti, come appunto la nascita provvidenziale e Ie nozze con “Madonna Povertà”, e quelli un po’ più in ombra ma non per questo meno importanti, come l’amore ardente e il misticismo, l’umile regalità, l’obbedienza alIa Chiesa, il suo essere simile, già in vita, aIle anime beate del cielo e la sua sapienza, attraverso un continuo confronto del testo dantesco con una delle più importanti biografie di Francesco, la Leggenda Maggiore di Bonaventura da Bagnoregio, e la Bibbia, il libro sacro dal quale nessuna lettura dantesca può prescindere.

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