«E quindi uscimmo a riveder le stelle». È il momento finale dell’Inferno nella Divina Commedia, l’ultimo atto di un uomo schiacciato dalla miseria. Dante e Virgilio sono usciti dalla «natural burella», l’oscuro percorso che conduce all’esterno della ghiacciaia del Cocito, e contemplano l’infinito. Riparte da qui la ricerca della verità del poeta fiorentino, ora finalmente libera dai legacci del peccato. Riparte da qui anche “Lectura Dantis”, il ciclo di incontri promosso dal Servizio diocesano di pastorale giovanile, e curato da monsignor Marco Frisina. Si tratta di dieci appuntamenti dal 19 ottobre al 10 maggio (ore 20 al Seminario Romano Maggiore, in piazza San Giovanni in Laterano, 4) di lettura e approfondimento dei 33 canti del Purgatorio, in continuità con la positiva esperienza dello scorso anno che ha visto raccontare la cantica dell’Inferno.
“Lectura Dantis” è una vera e propria catechesi, un percorso non solo letterario ma spirituale e formativo «sull’uomo», come sottolinea lo stesso monsignor Frisina. «Se durante l’Inferno Dante esplora l’animo umano schiacciato dal peccato e dalla sofferenza, descrivendo un’umanità spietata e dolorosa nell’atto di confrontarsi con le proprie colpe, nel Purgatorio il poeta descrive un’umanità protesa verso l’alto. Consapevole dei suoi limiti – spiega Frisina – l’uomo del Purgatorio osserva il cielo con nostalgia del Paradiso e desiderio di miglioramento». «”Lectura Dantis” – prosegue monsignor Frisina – vuole andare oltre il “bello stile” di Dante. Non è una semplice analisi delle qualità letterarie del poeta, non solo almeno. Gli incontri – chiarisce – mirano a far comprendere il teologo Alighieri, le riflessioni spirituali che possiamo trovare nella sua opera più grande. Dante con la Commedia ha insegnato come essere uomini».
L’invito a partecipare è rivolto specialmente ai ragazzi. L’esperienza dell’anno scorso è stata molto positiva ma sono ancora pochi i giovani che hanno scelto di prendere parte all’iniziativa, forse negativamente influenzati dalle esperienze scolastiche di approccio all’«opus magnum» di Alighieri. «La Divina Commedia – spiega monsignor Frisina – è un caposaldo storico letterario e una grande fonte spirituale. A scuola, purtroppo, non sempre si presta attenzione all’insegnamento umano. Si bada a insegnare i chiasmi ma non a sottolineare la valenza della riflessione teologica di Dante. E questo è uno specchio dei nostri tempi».
di Matteo Raimondi
Fonte: www.romasette.it