Mosaici tra Inferno e Paradiso: a TAMO il nuovo tributo di Ravenna a Dante e alla Divina Commedia
Nella foto: Giustiniano (Paradiso, Canto V) cartone preparatorio di Giuseppe Migneco, mosaicista esecutore Renato Signorini
Dieci mesi dopo l’apertura dell’allestimento museale di TAMO in San Nicolò, venerdì 23 marzo – alle 17.30 – i curatori scientifici del progetto, Carlo Bertelli e Paolo Racagni, presentano la nuova prestigiosa sezione “Mosaici tra Inferno e Paradiso”.
La nuova sezione propone ai visitatori una bellissima esposizione permanente dedicata a opere a soggetto dantesco commissionate dal Comune di Ravenna a grandi artisti italiani del ‘900 per celebrare il VII centenario della nascita del poeta, nel 1965.
Si tratta di 21 pannelli di grande pregio realizzati su cartone da artisti italiani di prima grandezza come Purificato, Cantatore, Gentilini, Mattioli, Ruffini, Morigi Berti, Sassu e Saetti ed eseguiti a mosaico da artisti e artigiani ravennati, quali Libera Musiani, Giuseppe Salietti, Santo Spartà, Sergio Cicognani e Renato Signorini.
Quel progetto, volto a raccordare il mosaico all’identità contemporanea di Ravenna, fu animato da Giuseppe Bovini, maestro di studi di antichità ravennati e bizantine.
Grazie a RavennAntica, d’intesa con il Comune di Ravenna e con il MAR (Museo d’Arte della città di Ravenna), i 21 mosaici a tema dantesco – dopo 47 anni – sono ora pienamente valorizzati, restituiti alla fruizione pubblica e inseriti all’interno di un circuito dantesco che va dalla Tomba del Morigia e dalla Zona del Silenzio alla Cripta Rasponi su Piazza San Francesco fino al Complesso di San Nicolò. La presentazione avverrà alla presenza del Sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci e della Presidente di RavennAntica Elsa Signorino,
Tali opere vanno ad occupare larga parte del primo chiostro del Complesso di San Nicolò, con un suggestivo allestimento studiato dall’architetto Paolo Bolzani.
Con la nuova sezione di TAMO, Mosaici tra inferno e Paradiso, RavennAntica “raddoppia” e tiene dunque fede alle promesse di dare vita a un progetto pluriennale di “cittadella del mosaico” che si arricchisce nel corso del tempo, partendo dalle origini della tradizione musiva fino ad arrivare all’epoca moderna e contemporanea.