Un giornalista francese ha dato vita a uno strano esperimento sul famoso social network: pubblicare tutta la Divina Commedia al ritmo di un tweet al giorno.
Se Dante fosse vissuto nell’era dei social network, avrebbe forse scritto la Divina Commedia in tweet? È la domanda che si è posto il giornalista francese Marc Mentré, specialista di nuovi media e social network, che, il 29 maggio 2012, ha dato il via a un’esperienza originale: pubblicare tutto il poema di Alighieri in tweets, al ritmo di uno al giorno.
“Il poema di Dante si presta benissimo a quest’esercizio: è diviso in tre parti, di 33 cantici l’una e, soprattutto, è scritto in terzine di endecasillabi, che entrano perfettamente nel limite dei 140 caratteri dei messaggi di Twitter”. spiega Marc Mentré, facendo un parallelo tra la struttura rigida della Commedia e le regole di pubblicazione del social network. “Inoltre il testo di Dante fu scritto e diffuso nell’arco di diciotto anni, tra il 1304 e il 1321, in una sorta di flusso frammentato, alla stregua di Twitter”.
Al di là della sperimentazione linguistica, per questo giornalista che su Twitter ha più di 2700 followers, l’idea essenziale è quella di mettere in relazione due mondi che, apparentemente, non hanno niente in comune, come la letteratura e i social networks. “Inserire un testo eterno in un media a carattere istantaneo, fugace” questa è la sfida di Marc Mentré. Non da ultimo, emerge l’obiettivo di divulgare attraverso la rete, un classico della letteratura mondiale, suscitando commenti, discussioni, dibattiti.
L’hashtag per seguire l’intera pubblicazione attraverso l’account del giornalista, @mediatrend, è #DivCo, al quale, si aggiungono, quelli del libro e del cantico, come #enfer e #chant1 per esempio. I messaggi sono scritti in francese e in italiano e ci vorranno dieci anni per pubblicare tutta la Divina Commedia e arrivare al “tweet” finale: “L’amore che move il sole e l’altre stelle”. La domanda allora veramente importante è: esisterà ancora il social network tra dieci anni? “Twitter non lo so, ma quello che è sicuro è che la Divina Commedia ci sarà per sempre” conclude Mentré.
(27 giugno 2012)