La Galleria degli Uffizi ospiterà dal 20 novembre l’ultima mostra personale dell’artista contemporaneo Cai Guo-Qiang, “Flora Commedia”. La mostra è curata da Eike Schmidt, direttore degli Uffizi, insieme a Laura Donati, curatore del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi.
Il titolo trae ispirazione dalla “Divina Commedia” di Dante Alighieri. Nella sua performance l’artista vuole appropriarsi «della flora del Rinascimento come soggetto, catturando lo spirito e l’anima del periodo; attraverso la rappresentazione dei fiori, Cai Guo-Qiang dipinge la natura, il cosmo e le emozioni personali».
Per prepararsi si è dedicato allo studio della tecnica della punta d’argento al Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi e ha visitato più volte il Giardino di Boboli per osservare le diverse varietà di fiori del Rinascimento. La Limonaia, antica serra della famiglia Medici e luogo in cui oggi continua la coltivazione della flora rinascimentale, è stata una delle principali fonti di ispirazione. Cai Guo-Qiang ha anche lavorato a stretto contatto con gli esperti botanici degli Uffizi, ricreando varietà floreali del Rinascimento e riproducendole sulla tela.
La mostra sarà allestita nelle 10 gallerie connesse alle Sale Caravaggesche e proseguirà fino al 17 febbraio 2019. Ogni galleria sarà dedicata a un tema specifico e vi saranno in tutto esposte circa 60 opere e gruppi di dipinti di varie dimensioni realizzati con polvere da sparo oltre a bozzetti dell’artista.
Le opere sono state realizzate in gran parte con tecniche originali tra cui la pittura tramite bastoncini d’incenso ispirata alla collezione di disegni a punta d’argento degli Uffizi. Spiega Cai Guo-Qiang: «Volevo purificare le cose e concentrarmi principalmente sulla pittura dei fiori. Il porre l’attenzione su un singolo tema mi ha portato a ulteriori considerazioni: Come creare dei buoni dipinti attraverso i fiori? Come possiamo dipingere spingendo i dipinti a essere sempre più audaci? Una volta purificate le cose, diventa ancora più difficile evitare le difficoltà del dipingere». Eike Schmidt, direttore degli Uffizi, aggiunge che «il lavoro di Cai incarna la qualità esplosiva del processo creativo in una tachigrafia che si spinge all’estremo: fugace, istantaneo e mentre osserviamo le tracce dei gesti e il movimento, necessariamente evocativo dei momenti già trascorsi».
11/10/2018