Albert Daring
FILOSOFIA, POESIA, ARTI VISIVE E PERFORMATIVE
PER UNA NUOVA VITA DEL SIMBOLISMO DANTESCO:
IL ‘CRA-INITS DIVINE COMEDY PROJECT’
Rivista Semestrale di Arti Visive
di Gerardo de Simone ed Emanuele Pellegrini
Dipartimento di Storia delle Arti dell’Universita di Pisa

Rivista Semestrale di Arti Visive
di Gerardo de Simone ed Emanuele Pellegrini
Dipartimento di Storia delle Arti dell’Universita di Pisa

ISSN 1827 – 8655
p r e d e l l a n°27
Predella n°27
Indice:
n° 27, Primitivi pisani fuori contesto
Opere perdute o lontane: Il Trecento pisano fuori contesto
Linda Pisani
The likely provenance from the Hospital Church of San Giovanni della Calza for an altarpiece by Cecco di
Pietro
Dillian Gordon
Nuove proposte per il polittico di Agnano di Cecco di Pietro
Linda Pisani
The Seal of the Pisan Franciscans in the V&A
Donal Cooper, Chiara Frugoni
«In the shadow of Traini»? Le illustrazioni di un codice dantesco a Berlino e altre considerazioni sulla miniatura
pisana del Trecento
Francesca Pasut
L’Antifonario della Spina, Traini e l’allieva di Ruskin
Chiara Balbarini
Una scheda per il Maestro di San Torpè a Providence
Linda Pisani
Sulla provenienza dal Camposanto pisano di una Presentazione al Tempio nel Museo Mimara di Zagabria
(e di un Angelo della Maestà di Duccio)
Ljerka Dulibic
Taddeo Gaddi e Niccolò di Pietro Gerini nel convento di San Francesco a Pisa: sulle orme di un cenacolo
perduto
Johannes Tripps
Fra dipinti fuori contesto e opere poco visibili: un percorso nella pittura del Trecento a Pietrasanta
Alice Bernieri
Osservazioni sulla tavola di Antonio Veneziano per la confraternita di San Niccolò lo Reale a Palermo
Daniela Parenti
«Il custode constatava la scomparsa»: furti, alienazioni e recuperi di opere d’arte medievali a Pisa negli anni
Quaranta
Elena Franchi
Quindici anni di studi storico-artistici sul Medioevo pisano
Laura Fenelli
n° 27, Figure
Una città in fermento. Tre musei – e tre buoni motivi – per visitare il CAOS (Centro Arti Opificio Siri) di Terni
Saverio Ricci
Organizzazione e gestione dei musei in Calabria
Ivana Donato
Il Museo Nacional del Romanticismo de Madrid. Forme del vivere della borghesia Isabelina
Elisabetta Stinco
n° 27, In libreria
Valentina Conticelli, “Guardaroba di cose rare e preziose”. Lo studiolo di Francesco I de’ Medici. Arte storia
e significati
Valeria Barboni
Stefano Susinno, L’Ottocento a Roma. Artisti, cantieri, atelier tra età napoleonica e Restaurazione
Stella Bottai
n° 27, In mostra
Leonardo scultore in mostra a Los Angeles
Margherita Melani
Burri / Fontana. Materia e spazio a Catania
Daniela Vasta
n° 27, Teatro
Filosofia, poesia, arti visive e performative per una nuova vita del simbolismo dantesco: il CRA-INITS Divine
Comedy Project
Albert Daring
FILOSOFIA, POESIA, ARTI VISIVE E PERFORMATIVE PER UNA
NUOVA VITA DEL SIMBOLISMO DANTESCO: IL ‘ CRA-INITS DIVINE
COMEDY PROJECT’
di Albert Daring
Il Divine Comedy Project è un originale progetto educativo dantesco concepito da Carla Rossi Academy
– International Institute of Italian Studies (CRA-INITS)1 a partire dall’anno accademico 1993-19942 (Figg.
1-2). Il suo scopo principale è l’attualizzazione del simbolismo del Poema dantesco, coinvolgendo varie
discipline espressive, per avvicinare il pubblico di media cultura e gli studenti delle scuole superiori e
universitari, italiani e stranieri, incoraggiandoli a riscoprire la ricchezza dell’opera dantesca. Il progetto
è in linea con le tendenze del pensiero e dell’arte contemporanea del post-postmodernism, nella ricerca
di una nuova sincerità attraverso il dialogo interattivo e costruttivo con le forme e i valori del passato.
Fino ad oggi il “D.C. Project” ha previsto l’organizzazione annuale di vari programmi formativi e di corsi
di perfezionamento in ermeneutica dantesca ai quali prendono parte studiosi e giovani borsisti internazionali.
Fra il 2005 e il 2006, CRA-INITS ha ultimato l’ideazione e il progetto di massima di un museo psicoeducativo,
artistico, multisensoriale e interattivo, sulla visione dantesca del viaggio ultramondano (The
Divine Comedy Museum & Garden ®)3, parallelamente è stata concepita anche una nuova edizione della
Divina Commedia che è ancora in corso di elaborazione4 e prevede l’accostamento al testo originale di
Dante di un’originale riscrittura moderna in prosa poetico-interpretativa. In essa vengono investigati e
discussi filosoficamente i sensi profondi del percorso psichico dantesco e ne viene rivissuta l’emozione.
Dal 2008, CRA-INITS presenta in Italia e all’estero questa riscrittura ancora inedita attraverso un programma
di performance art denominato ‘Evocazioni Dantesche (Danza, Musica e Parola)’. Il direttore del progetto
è Marino Alberto Balducci che poeticamente e filosoficamente, già dagli anni Novanta del secolo scorso,
con le sue Rapsodie indiane si era mosso alla ricerca di percorsi alternativi al nichilismo postmoderno5,
in quella che Giorgio Luti ha definito la sua ansia di ‘ricostruzione’6. E il progetto sta arricchendosi con
molte iniziative correlate: coinvolgendo studenti italiani e stranieri, di livello universitario, della scuola
superiore e addirittura del livello elementare nell’ambito di Evocazioni Dantesche, mostre fotografiche,
videoinstallazioni, ecc. (Fig. 3).
(Fig. 1) (Fig. 2) (Fig. 3)
(Fig. 4) (Fig. 5)
12. Cfr Evocazioni Dantesche. Un viaggio nella ‘Divina Commedia’, < www.wikio.it/article/58219404 >.
13. Cfr. Evocazioni Dantesche. Amore e morte e vita, cit., pp.3-4.
14. Cfr. A. Serpilli, La libera versione di Dante, < http://www.ilsole24ore.com > .
15. «L’episodio risponde in pieno all’India virtuale che sta nella mente di colui che si mette in viaggio per cercarla. Vi risponde con
efficacia esemplare. Quella India si fa trovare, opera il suo prodigio e lo opera prodigiosamente senza alcuno scandalo. Ho detto narrato
ma devo aggiungere cantato in lasse di versi ai quali non interessa tanto la probabilità formale e la tolleranza per il gusto sensibilizzato
ai linguaggi poetici novecenteschi (che cos’è il Novecento per il metatempo dell’India?) quanto la comunicazione piana e melodiosa
degli incanti e delle prove difficili venute in conseguenza. La chiarezza espositiva è esemplare e non potrebbe darsi senza la persuasione
profonda, placida e incontrastata della conversione in atto». Cfr M. Luzi, L’onestà di un libro poetico, prefazione a Rapsodie indiane,
cit. pp. 7-8.
16. Cfr. M. Dektar – B. Ortiz, Una libera versione in prosa moderna della ‘Divina Commedia’: intervista a Marino Alberto Balducci,
Bibliotheca Phoenix (Critica ermeneutica e scrittura creativa), n. 66, Carla Rossi Academy Press, 2010, pp. 7-8.
17. Cfr. M. Epstein, A Cathalogue of New Poetries, in Russian Postmodernism: New Perspectives on Post-Soviet Culture, a c. di M.
Epstein, A. Genis, S. Vladiv-Glover, New York, Berghahn Books, 1999, p. 146, A. Yurchak, Post-post-Communist Sincerity: Pioneers,
Cosmonauts, and Other Soviet Heroes Born Today, in What Is Soviet Now?: Identities, Legacies, Memories, a c. di T. Lahusen, P. H.
Solomon, LIT Verlag, Berlin-Hamburg-Münster, 2008, pp. 258-259.
18. Giorgio Luti aveva riconosciuto in pieno l’anomalia ricostruttiva del discorso di Balducci, motivando la consegna al poeta del Premio
Giusti-opera prima per Rapsodie indiane (cfr. G. Luti, Op. cit. ). Un’opposizione netta all’ironia nichilistica post-moderna veniva
riconfermata dall’autore anche nelle Quartine d’amore (composte nell’estate del 2000) e, in particolare, nelle prose filosofiche introduttive
alle diverse sezioni poetiche: «Siamo in artistica disposizione se accettiamo di ascoltare i suoni della dolcezza antica, riconoscendo
fino in fondo la povertà del reale quotidiano e la sua connaturata imperfezione. È così che — impavidi — ci predisponiamo alle grandi
avventure». Cfr. M. A. Balducci, Quartine d’amore, Ragusa, Libroitaliano – Editrice Letteraria Internazionale, 2002.
19. Cfr. M. Dektar – B. Ortiz, Op. cit., p. 7.
20. Cfr. ivi, pp. 11-12.
21. Cfr. Evocazioni Dantesche. Amore e morte e vita, cit., pp. 29-31.
22. Ibid.
23. Cfr. A. De Paz, L’arte contemporanea: tendenze, poetiche, ideologie dall’ Espressionismo tedesco alla post-modernità (a c. di A.
de Paz), Napoli, Liguori, pp. 664-670.
24. Cfr. The Stuckists: The First Remodernist Art Group, a c. di K. Evans, Victoria Press, Mishawaka, Indiana, U.S.A., 2000.
25. Il rapporto con il genio fiorentino non è certo di superficie: ammirati da Antonio Paolucci, i dipinti di Marco Rindori ispirati ai
capolavori di Michelangelo sono stati inseriti nella Documentazione Ufficiale dell’Arte Michelangiolesca presso le Soprintendenze degli
Uffizi e dei Musei Vaticani.
26. Cfr. Evocazioni Dantesche. Amore e morte e vita, cit., p. 3.
27. Cfr, ivi, pp.28-29.
28. Cfr. ivi, pp. 27-28.
29. Cfr. ivi, p. 27.
30. Ci riferiamo al concetto del ‘phénomène saturé’, spesso collegabile alle espressioni attuali di arte performativa. Cfr. J. L. Marion,
Étant donné. Essai d’une phénoménologie de la donation, Paris, Puf, 1997, pp. 277-278.
31. Cfr. R. Eshelman, Performatism, or the End of Postmodernism, Aurora – Colorado, Davies Group, 2008.
32. Cfr. R. Goldberg, Performance Art from Futurism to the Present, London, Thames and Hudson, 1990, pp.163-4.
33. Cfr. G. Di Pietrantonio, Vanessa Beecroft: Drawings and Paintings 1993-2007, Milano, Edizioni Electa, 2007.
– X – – III –
UN MUSEO GIARDINO DI ARTE CONTEMPORANEA SULLA DIVINA COMMEDIA
Durante l’anno accademico 2004-2005 CRA-INITS ha favorito il compimento dell’impostazione di base
e del progetto di massima di un museo psicoeducativo, artistico, multisensoriale e interattivo sulla visione
dantesca del viaggio ultramondano: The Divine Comedy Museum & Garden®7.
Per quanto prevede il progetto, le opere d’arte saranno disposte lungo un percorso programmatico specifico
e permanente, al chiuso e en plein air, contraddistinto da una serie di emblemi. Tale percorso rappresenterà
per i visitatori il passaggio della coscienza dallo stadio dell’angoscia (‘inferno’) all’illuminazione gioiosa
(‘paradiso’). Questo museo, unico nel suo genere, permetterà di rivivere tutta l’essenza della Divina
Commedia in una forma di percorso iniziatico introspettivo che tiene conto delle più recenti teorie di
Hartmann e Kunnen sullo healing garden, il feng shui e il bioenergetic landscape. Artisti contemporanei
di fama internazionale saranno invitati a realizzare dieci emblemi fondamentali che costituiranno la
collezione permanente e segneranno le fasi fondamentali del percorso dei visitatori. Artisti emergenti
saranno selezionati ogni anno per mostre temporanee sui 100 canti della Divina Commedia. Una continua
illustrazione e attualizzazione della fantasia visionaria dantesca sarà così favorita e potrà mutare con il
passare degli anni, secondo la novità di tendenze e di stili dominanti8. In questo luogo saranno organizzati
eventi di vario genere a carattere interdisciplinare e saranno studiati ogni volta per un diverso tipo di
pubblico.
Autore del progetto di massima è l’architetto Arianna Bechini (CRA-INITS Managing and Artistic Director),
studiosa dell’arte del paesaggio9 e, in particolare, di Pietro Porcinai e dei giardini esoterici di Collodi10.
UNA RISCRITTURA MODERNA DEL POEMA DI DANTE CON ILLUSTRAZIONI D’ARTE
“The CRA-INITS Divine Comedy”© si presenta come una serie di tre romanzi filosofici autonomi (Inferno:
scandaloso mistero – Purgatorio: dolore di gioia – Paradiso: piacere e conoscenza) che mostrano una
libera versione poetico-interpretativa in prosa italiana della Divina Commedia, sviluppata canto per canto
ed arricchita da inedite visualizzazioni artistiche infratestuali11. Tale versione moderna è realizzata da
Marino Alberto Balducci (CRA-INITS Director of Graduate Studies and Research) coadiuvato dai suoi
più stretti collaboratori. L’illustratore dell’opera è il toscano Marco Rindori. Elvira G. Di Fabio (Senior
Preceptor in Romance Languages and Literatures, Harvard University, U.S.A.) sta dirigendo al momento
il progetto di traduzione in inglese del primo romanzo di Balducci appena compiuto e ancora inedito,
presentato e interpretato recentemente da Ugo Pagliai, durante un concerto-spettacolo organizzato da
“Estate Regina & Maggio Musicale Fiorentino Formazione”12 (Fig. 4).
Nella Divina Commedia CRA-INITS, il viaggio ultraterreno si sviluppa attraverso i capitoli di un’ampia
narrazione visionaria. Tale racconto ha carattere suggestivo, e può introdurre a ulteriori studi e meditazioni
sulla creatività poetica dantesca. Ogni romanzo tratto dalle singole cantiche presenta sempre in appendice
il testo originale di Dante, per consentire ai lettori di operare utili ed opportuni confronti. “The CRAINITS
Divine Comedy”© ha lo scopo di attualizzare formalmente i significati della visione dantesca,
aiutando i lettori di oggi ad assimilarne i valori simbolici (Fig. 5). In essa, la novità del racconto romanzesco
di Balducci è rappresentata proprio dalla sua libertà stilistica. Non si tratta infatti di una pedissequa versione
letterale del Poema, bensì di un’operazione creativa, in cui l’autore moderno, come studioso e interprete
di Dante, non si limita a ‘tradurre’ fedelmente la profondità della lettera, con i suoi valori storico-politici,
culturali e spirituali, ma testimonia come poeta i risultati di un suo autonomo dialogare con il pensiero e
il sentimento danteschi13. La libera versione CRA-INITS è dunque una ‘ri-scrittura’ attualizzante e
divulgativa (ma non per questo banalizzante e avvilente) della Divina Commedia, e mira a ‘ri-produrre’,
in base alla nostra sensibilità contemporanea, l’autentico messaggio liberatorio dell’Opera, relativo al
destino dell’anima, limitata certamente dal dolore, ma destinata anche, per sua stessa natura, alla conquista
della gioia eternale14.
La lingua della libera versione CRA-INITS è concreta e ricercata al contempo. Non solo usufruisce della
ricchezza del lessico letterario formale, ma si apre espressivamente all’uso di termini e forme colloquiali
NOTE
1. CRA-INITS è un istituto educativo privato internazionale. Fondato in affiliazione con la University of Connecticut – USA, si occupa
principalmente di ermeneutica dantesca e studi rinascimentali. Dal 1998, CRA-INITS ha iniziato a organizzare programmi formativi
specifici per Harvard University – U.S.A. L’istituto collabora anche con altre università italiane e straniere, ed è divenuto autonomo
per lo Stato Italiano nel 2004, come ‘Ente non-profit di Formazione Universitaria e Ricerca’. Creato in memoria della sua colta
benefattrice, CRA-INITS ha sede legale presso Villa La Fenice in Toscana, a Monsummano Terme, nel territorio pistoiese della
Valdinievole, in quella stessa ‘valle delle nebbie’ storicamente legata alle ruberie del personaggio infernale Vanni Fucci e al leggendario
ponte dantesco. Appassionata di letteratura, musica e arte (e in particolare di Virgilio, Dante e D’Annunzio), negli anni Quaranta del
secolo scorso, Carla Rossi era stata a Firenze allieva di Giacomo Devoto, Attilio Momigliano e Giuseppe De Robertis. Villa La Fenice
era la sua casa che ora accoglie ogni anno, in sua memoria, circa 20 studenti e/o studiosi, per corsi di studio e programmi di ricerca.
Come editore telematico, CRA-INITS offre un servizio gratuito di pubblicazioni elettroniche a vantaggio di ricercatori e allievi
specializzandi (). In collaborazione con la Casa Editrice Le Lettere di Firenze, l’ente pubblica inoltre una collana di studi filosoficoletterari
denominata “Biblioteca la Fenice”. CRA-INITS è Membro Benemerito dalla Società Dantesca Italiana e Life Member of the
Dante Society of America. Cfr. Evocazioni Dantesche. Amore e morte e vita, Montecatini Terme – Pistoia, Carla Rossi Academy Press,
2008, p. 24.
2. Ivi, pp. 2-3.
3. Ibid.
4. La nuova edizione CRA-INITS e gli altri aspetti del ‘CRA-INITS Divine Comedy Project’ sono stati illustrati a Firenze nel giugno
2007 (nell’ambito delle manifestazioni commemorative ufficiali per la nascita di Dante) presso il Palazzo dell’Arte dei Giudici e Notai
e nella Chiesa di Santa Margherita dei Cerchi, alla presenza della autorità cittadine e regionali e dei rappresentanti di varie istituzioni
culturali fiorentine come la Società Dante Alighieri, il Museo Casa di Dante e la Società Dantesca Italiana. Cfr. C. Ceccuti, Messa
cantata alla Badia Fiesolana e letture per festeggiare il 742° compleanno di Dante, «Q.N. Quotidiano Nazionale – La Nazione/Firenze»,
a. 149, n. 155, 7 giugno 2007, p. XIV; V. Fanizza, Firenze e Ravenna insieme per Dante. Le delegazioni delle due città rendono omaggio
al Poeta, «Il Corriere di Firenze», a. IX, n. 154, 7 giugno 2007, p. 17.
5. Questo volume poetico-filosofico (composto in India e in Italia dal 1988 al 1989, e già pubblicato elettronicamente da Carla Rossi
Academy Press nel 1998) accoglie in tal senso dichiarazioni esplicite: «Per me l’esilio ha senza dubbio un valore metafisico, ma non
solo: io lo vivo anche in un senso storico, culturale, a causa della mia scarsa condivisione delle forme, dei linguaggi, dei modi del nostro
tempo. E dico questo non solo da un punto di vista estetico, ma anche morale. Perché non posso proprio rinunciare a credere che tra i
due ambiti vi sia una profonda determinante relazione. Verità è Bellezza, Bellezza è Verità: questo si affermava un tempo. E questo io
credo ora. Molti lo hanno dimenticato o, almeno, vivono in una simile convinzione». Cfr. M. A. Balducci, Rapsodie indiane. Un viaggio
verso le origini di Verità e Bellezza (Presentazione di Mario Luzi), Firenze, M.I.R., 2000.
6. «Referto di due viaggi che l’autore ha compiuto nel 1988 e nel 1989, le Rapsodie indiane si propongono come una originale suite
alla quale si affida non solo il significato di un impegno ricostruttivo nello spazio e nel tempo, ma anche e soprattutto una volontà di
ricerca delle intime ragioni di una scoperta intellettuale profondamente inserita nella riflessione poetica sulle ragioni del vivere al fondo
di una realtà misteriosa recuperata attraverso il sogno e la iniziazione catartica. Libro per molti aspetti anomalo nel panorama della
produzione poetica contemporanea, le Rapsodie indiane propongono, nella classica linearità del loro dettato, una sofferta indagine
determinata da un clima di straordinaria bellezza e da una cosciente interpretazione di un mondo nuovo e inesplorato. Un viaggio
d’amore in cui le immagini si incidono in un quadro costantemente rinnovato dal dolore e dalla gioia che l’impatto in una “geografia”
inusitata produce in una coscienza perennemente sollecitata a cogliere il segreto che è celato nella visionarietà che appare come l’elemento
determinante del viaggio stesso». Cfr. G. Luti, L’impegno ricostruttivo di Rapsodie indiane, Bibliotheca Phoenix (Critica ermeneutica
e scrittura creativa), n. 12, Carla Rossi Academy Press, , p. 6.
7. Non ancora realizzato, idealmente il museo dovrebbe sorgere in Toscana, in un luogo idoneo di facile raggiungimento per il turismo
adulto e giovanile studentesco. Il museo accoglierà un salone per conferenze ed esperienze psicosuggestive multisensoriali, spazi
espositivi interni ed esterni, in un giardino tematico a forte connotazione simbolica. Cfr. Evocazioni Dantesche. Amore e morte e vita,
cit., pp. 2-3.
8. Questa è una nostra brevissima sintesi di quanto si afferma nell’ancora inedita descrizione dettagliata del progetto registrato legalmente
come CRA-INITS Divine Comedy Museum and Garden nel 2007. Per le caratteristiche generali e tecniche di questa tipologia innovativa
di giardino, si consideri quello che è il più aggiornato riferimento italiano: M. Nieri, Bioenergetic Landscape. La progettazione del
giardino terapeutico bioenergetico, Napoli, Sistemi Editoriali, 2009.
9. Cfr. A. Bechini, Dal restauro al ripristino fino alla conservazione e manutenzione dei giardini e parchi storici, in Giardini e Parchi,
Storia Morfologia Ambiente, a c. di M. Vannucchi), Alinea Editrice, Firenze, 2003, pp. 281-292; Un progetto per il giardino e il museo
di Casa Giusti, Bibliotheca Phoenix (Studio Anthesis – Architettura dei giardini), n. 1, Carla Rossi Academy Press, , 1999, pp. 1-57.
10. Cfr. Il Giardino Garzoni a Collodi e la sua struttura idrica. Evoluzione storica e ipotesi di restauro, con appendice su L’acqua e
le sue implicazioni esoteriche, Bibliotheca Phoenix (Studio Anthesis – Architettura dei giardini), Carla Rossi Academy Press, , 2001,
pp. 7-177; Un’avventura eclettica: Pietro Porcinai nel Paese dei balocchi, in Natura, Scienza, Architettura. L’eclettismo nell’opera
di Pietro Porcinai, a c. di T. Grifoni, Firenze, Polistampa, 2006, pp. 2001-210.; Artifici d’acqua per l’iniziazione dello spirito. Il giardino
Garzoni a Collodi, in Le acque, le terre, le genti. Appunti per una storia dell’acqua nel territorio pistoiese, a c. di E. Vannucchi, Firenze,
Edifir, 2009.
11. Cfr. Evocazioni Dantesche. Amore e morte e vita, cit., pp.2-3.
– IV – – IX –
tradizionali e anche strettamente contemporanee, reintroducendo inoltre vocaboli ormai desueti che al
presente rischiano di cadere nell’oblio e di morire, a causa della povertà lessicale di molti parlanti e del
prevalente uso quotidiano dei vari tecnicismi scientifici ed informatici, così come dei forestierismi di
matrice anglosassone e delle mille forme di ‘linguaggio semplificatorio’. Dal punto di vista stilisticonarrativo,
ricordando quello che Mario Luzi ha suggerito e ha scritto su di lui15, l’autore della libera
versione prova sempre a mantenersi fedele alla necessità della chiarezza e, insieme, al recupero di uno
strettissimo rapporto tra parola e musica nell’ambito speciale del poetico e della sua originaria sacralità.
A questo proposito, si consideri quanto affermato dallo stesso Balducci in una recente intervista: «In
passato, con Rapsodie indiane e Quartine d’amore ho avvertito il bisogno di esprimere il mio sentimento
in forma puramente poetica e musicale secondo un ritmo specifico in cui il mio sentire si è naturalmente
composto. Si tratta di un verso preciso, il dodecasillabo, un verso poco frequentato dalla nostra tradizione
nazionale, se si eccettua la grande esperienza manzoniana. L’avventura della Libera versione è diversa.
Nasce da un momento diverso della mia storia personale. È un avventura poetica, che scaturisce comunque
dalla constatazione che il nostro passato prossimo e il nostro presente non possono ricollegarsi al poeticomusicale,
se non attraversando il grande mare della prosa, nel quale nel Novecento ha fatto naufragio la
tradizione poetico-musicale. Da qui… proprio da qui nasce la mia scelta del parlare in prosa: certo per
essere più vicino alla maggior parte di noi che ha ormai dimenticato l’antica musica, ma non la nostalgia
della sua essenza. Ancora infatti aneliamo, musicalmente, alle proporzioni del Bello. Ma il nostro viaggio
(il nostro ‘ritorno’) deve procedere per gradi, poco a poco. Così mi è sembrata più adatta (più ‘onesta’)
la scelta della prosa, una prosa particolare, comunque, una ‘musica-prosa’ che sempre esprime un anelito
al melodioso e al ritmo di proporzionati accordi. La scelta della prosa è stata dettata anche dalle esigenze
didattiche, educative che stanno alla base del progetto dantesco CRA-INITS. In esso, la prosa è fondamentale,
e lo è in funzione di quella chiarezza espositiva che si richiede per una efficace presentazione dei simboli
del Poema dantesco»16.
L’appena compiuto romanzo Inferno. Scandaloso mistero, avendo in appendice anche alcuni esperimenti
di libera versione del Purgatorio e del Paradiso, mostra già un’idea sufficientemente completa di tutto
il lavoro di riscoperta che Balducci ha organizzato intorno alla parola dantesca per offrire all’uomo
appieno l’attualità e la straordinaria apertura morale, politica e spirituale del pensiero di Dante e del suo
concetto di amore come armoniosa apertura alla diversità dell’umano. Tramite le sue conferenze-spettacolo,
Carla Rossi Academy vuole incoraggiare tutte le discipline creative ad esprimersi in un libero dialogo con
la strabiliante ricchezza della fantasia dantesca, allo scopo di aiutare ciascuno di noi ad indagare più a
fondo, attraverso l’arte, il mistero della vita26. Ogni componente artistica di queste conferenze-spettacolo
è sempre diversa e integralmente originale: questo conferisce coerenza e freschezza ad ogni iniziativa.
Per le musiche elettroniche inedite CRA-INITS ha coinvolto Andrea Pozzi e il suo gruppo italo-tedesco
Sensory Gate che, riconnettendosi variamente alla lezione ambient di Brian Eno, alla ripetitività minimale
di Ryuichi Sakamoto e alle suggestioni chillout di Claude Challe, includendo e ibridando stili della musica
non accademica quali jazz, rock e world music, pratica un genere musicale di tipo elettroacustico. L’ideale
rimane sempre quello di un armonioso collage una genuina concordia discors in cui elementi disparati
possano coesistere in un principio complesso di sensuale e appagante integrazione sonora. All’insegna
dei sensi dunque (quelli che aprono il ‘misterioso cancello’) si consuma l’operazione alchemica che fonde
ciò che all’intelletto sembra un’impossibile armonia di contrari, includendo anche – sorprendentemente
eppure necessariamente – tracce classiche e tradizionali della musica accademica. La musica elettronica
concepita da Sensory Gate per il programma CRA-INITS Evocazioni Dantesche si distingue per una
particolarissima fusion e comprende musica sacra e profana del tempo di Dante (gregoriano romano,
polifonia due-trecentesca, canti amorosi trobadorici, musica popolare dell’Europa occidentale, arabamagrebina,
ebraica e indiana), suoni naturali, melodie e ritmi strettamente contemporanei, suggestive parti
recitate da Marco Arrigoni e Silvia Prioreschi di Progetto Idra che riproducono testi italiani, latini, anticofrancesi
e provenzali delle crittografie: i brani misterico-poetici che intervallano le unità tematiche della
libera versione in prosa moderna27.
Le coreografie di ‘Evocazioni dantesche’, a carattere strettamente contemporaneo, sono create da Antonella
Tronci di Axe Ballet, allieva di Micha Van Hoecke, Peter Goss e Joe Alegado28. Il loro linguaggio simbolico
interpreta il discorso mistico della Divina Commedia attraverso una complessa e ritualizzata mimica
corporea, emozionanti improvvisazioni e freestyle dance. In queste espressioni, ci sembra palese (e non
potrebbe essere altrimenti) la lezione di Martha Graham e della ‘raffigurazione materica dell’inconscio’,
e pure un segreto richiamo a Isadora Duncan, in quel mistero magico dei corpi nudi in movimento nel
buio e dei volti coperti da un velo (Fig. 14).
Gli attori della Compagnia Teatrale Progetto Idra sono stati allievi di Carmelo Bene, Orazio Costa, Dario
Fo e Richard Sheckner. Derivando da Grotowski il ‘culto della sacralità attoriale’ e la pratica del ‘teatro
povero’ (povero di mezzi e strabordante di espressione), danno vita vissuta e parola moderna alle atmosfere
e agli spettri della Visione dantesca, leggendo e interpretando fra il pubblico e i danzatori la libera versione
di Balducci29.
Ogni evento ha regia collettiva e nasce da una stretta collaborazione fra tutti gli artisti coinvolti. La
direzione artistica di Evocazioni Dantesche è di Arianna Bechini che veste i corpi nudi dei danzatori con
i colori e il disegno essenziale delle sue proiezioni psicosuggestive: proiezioni digitali elaborate in stretta
sinergia con i ritmi e le sonorità delle composizioni musicali di Sensory Gate. I paesaggi dinamici creati
formano al contempo i diversi quadri scenografici di ogni evento e si pongono in forte dialettica con le
coreografie di Axe Ballet, a volte esaltandone o contrastandone i movimenti, nei quattro atti simbolici di
ogni confenza-spettacolo (Fig. 15). La messinscena di Arianna Bechini, fortemente emozionale, si svolge
al cospetto del pubblico, ma anche fra il pubblico, nei corridoi, generando un potente coinvolgimento.
Tutto questo ci suggerisce inevitabili comparazioni internazionali, proprio perché lo spettacolo appare
molto sensibile al pensiero di Jean-Luc Marion30, alle recenti teorie performatiste di Raoul Eshelman
sull’esperienza del trascendente mediata in termini estetico-drammatici31 e — pur nella sua autonomia
di linguaggio e di sentimento spirituale del Sacro — ci sembra in qualche modo stabilire un dialogo
(magari solo per contrasto) sia con lo sconvolgente estremismo di Hermann Nitsch32, sia con le fisiche e
surreali eleganze di Vanessa Beecroft33.
(Fig. 6) (Fig. 7) (Fig. 8)
(Fig. 9) (Fig. 10)
– VIII – – V –
contemporaneo la possibilità di un nuova visione del sacro e del mistero in una prospettiva assolutamente
anti-nichilista, che sembra collocarsi al di là del postmoderno sulla linea del pensiero di Mikhail Epstein
e della ‘New Sincerity’17, del classicismo vitale e di quella stessa tendenza ricostruttivista odierna che
già sul finire del secolo scorso poeticamente e teoricamente Balducci aveva anticipato18.
L’itinerario della Libera versione è dunque il viaggio alla ricerca di un ordine, un viaggio che «nasce
formalmente dalla volontà di ricostituire un legame con ciò che abbiamo perduto nel tempo dei crolli che
ci lasciamo alle spalle: in esso abbiamo smarrito la fiducia pre-decadente nella Bellezza e nel Vero che
sempre ci avvolgono… e sempre ci chiamano. Questa fiducia si sviluppa in musica, nel senso tradizionale
di ‘armoniosi rapporti’. Attraverso la musicalità e la geometria del discorso poetico, in qualche modo, la
Libera versione cerca di ritrovare un’armonia»19.
Come il primo romanzo ci mostra, il viaggio costantemente interagisce con le categorie del ‘mistero’ e
dello ‘scandalo’ a cui appartiene l’intero progetto. E Balducci, in questo senso, ha affermato: «L’opera è
misteriosa per molte ragioni che, credo, il lettore più accorto potrà scoprire poco a poco, nel trovarsi al
cospetto di tutti i simboli arcani ai quali Dante per primo rifiuta di conferire significati univoci e trasparenti.
Il mio racconto in prosa è poi diviso in unità tematiche principali da una amplissima serie di crittografie.
Sono queste scritture misteriose che possono aiutare il lettore ad immergersi nella coscienza del protagonista
pellegrino nel mondo dei morti, una coscienza colta, rammemorante, una coscienza che, nella Visione,
ricorda anche altri libri, scene e concetti descritti da altri autori, ed è poi continuamente, tragicamente
scioccata e umiliata da quel continuo urlare dei demòni, nel loro incomprensibile linguaggio d’inferno,
dal bestemmiare e dalle oscenità ripetute di tutte le folle di anime dannate. Il mio romanzo è scandaloso,
a causa della continua presenza di questo linguaggio perverso, estremo: rispecchiamento realistico di una
profonda caduta dell’anima stanca. Esistono poi anche altre ragioni di ‘scandalo’, e sono queste ragioni
concettuali, non solo formali. ‘Scandalosa’, da un punto di vista cattolico romano può essere considerata
l’idea dantesca dell’inferno come luogo percorribile, un carcere aperto e non eterno, dal quale è sempre
possibile la fuga… perché il vizio dell’uomo è solo una gabbia, e ha il chiavistello chiuso dal di dentro.
Inoltre, ‘scandalosi’ e fecondi sono anche altri atteggiamenti di Dante, come la strenua difesa del libero
e illimitato amore umano in tutte le forme (incluso l’adulterio, l’omosessualità e la zooerastia), così come
la fortissima critica all’Islam, considerato come un’eretica ed arrogante deformazione scismatica dell’unica
verità cristiana dell’Amore (nonostante la profonda ammirazione dantesca per la cultura araba e per la
sacralità mistica di Al-Ghazali), e il fondamentale giudizio negativo che si dirige verso la corruzione del
Vaticano, con tutta la messe dei suoi interessi politico-economici e le ingerenze che non riguardano e
abbracciano il regno dei cieli»20.
Nell’edizione CRA-INITS del Poema dantesco, la narrazione del romanzo filosofico evidenzia i suoi
simboli principali anche attraverso l’arte di Marco Rindori e le sue illustrazioni inserite nelle varie “unità
tematiche” dei capitoli/canti, permettendo così ai lettori di concentrarsi e riflettere sui maggiori aspetti
essenziali della visione dantesca. L’intero corredo di immagini rispecchia un programma progettuale
preciso e nasce da un’intensa collaborazione fra l’artista illustratore e l’autore della libera versione. In
maniera diretta o indiretta, queste immagini condensano simbolicamente l’esperienza intima del pellegrino,
nella sua faticosa ricerca di una compiuta e superessenziale felicità. Le illustrazioni di Marco Rindori
individuano ogni volta ‘segnali del profondo’ e sviluppano un continuo discorso psicoterapeutico. Narrano,
certo, eppure non rappresentano un risultato, ma un ‘processo’, mostrando così gradualmente molteplici
indizi occultati rivelatori di sensi diversi a seconda dello specifico percepire dei singoli osservatori21.
(Figg. 7-8).
Attraverso uno studio iniziato alla fine degli anni Settanta sugli stili espressivi del Rinascimento, Marco
Rindori ha costruito giorno per giorno un mestiere che potrebbe essere definito quasi anacronistico, stante
la necessaria, indispensabile esperienza tecnica che egli ostinatamente affina e ripropone. Nel suo caso
non si tratta comunque di un vacuo formalismo accademico, ma del coraggio di un contemporaneo che
dopo i vari ‘crolli’ e decostruzioni del Novecento, afferma con sincerità il suo bisogno di un’armoniosa
misura, nell’indagine delle zone d’ombra dell’animo, delle ‘cose profonde’ e del Mistero22. Rindori ci
sembra molto sensibile alle più note premesse della transavanguardia italiana (in particolare il genius loci
e l’’ideologia del traditore descritte da Bonito Oliva)23 e pure alle dichiarazioni programmatiche dell’attuale
remodernism di Billy Childish e Charles Thompson24. Il suo obiettivo rimane sempre quello di una reazione
alla bancarotta spirituale del Novecento, nella ricerca di un nuovo colloquio con gli archetipi eterni
dell’anima. Come Balducci, anche Marco Rindori stabilisce, da moderno, uno strettissimo dialogo con
il passato, in virtù di una rara perizia tecnico-formale che lo porta a restituire l’immaginario dantesco in
un linguaggio che riecheggia e si genera fisicamente dal suo linearismo drammatico, nell’eterna neoplatonica
ricerca di una catarsi che muove dal corpo michelangiolesco e si distilla attraverso la carne25.
LE CONFERENZE-SPETTACOLO ‘EVOCAZIONI DANTESCHE’: PERFORMANCE & BODY ART
A partire dall’anno accademico 2007-2008, Carla Rossi Academy – INITS collabora con gli Assessorati
alla Cultura e allo Spettacolo di Montecatini Terme – Pistoia organizzando un programma annuale di
incontri fin dall’inizio supportati dalla locale Società delle Terme (Figg. 9-10). Gli eventi sono organizzati
in situ, nei famosi stabilimenti termali, come in altre città italiane e all’estero. Tale programma, denominato
Evocazioni Dantesche (Danza, Musica e Parola), si sviluppa in una serie di conferenze-spettacolo (della
durata di circa un’ora e venti) e prevede ogni volta la presentazione di un diverso canto da parte di Marino
Balducci. Durante ogni incontro, vengono introdotte le varie unità tematiche del testo originale del Poema
attraverso il discorso storico-filosofico. Le illustrazioni di Marco Rindori sono ogni volta proiettate nel
corso della conferenza ermeneutica, come essenziale punto di riferimento iconico. La parte spettacolare
di ogni evento prende poi vita fra scenografie digitali e musiche elettroniche originali, danze mimiche
(Fig. 11) e letture drammatizzate di alcuni brani della moderna ‘ri-scrittura’ in prosa poetica della Divina
Commedia che Balducci sta realizzando (Fig. 1). Per l’anno 2010 Evocazioni Dantesche ha ricevuto il
patrocinio del Ministero Italiano per i Beni e le Attività Culturali (MIBAC), della Regione Toscana, della
Società Dantesca Italiana (Firenze), del Centro Dantesco dei Frati Minori Conventuali (Ravenna), della
Società Dante Alighieri (Roma) (Figg. 12-13).
Evocazioni Dantesche ci sembra creato per favorire attraverso un vero e proprio happening la concreta
e immediata attualizzazione del simbolismo di Dante e l’approfondimento dei valori etico-culturali della
sua Visione attraverso esperimenti di performance art. Questo programma ha dunque un carattere
dichiaratamente educativo, essendo ispirato alle più recenti metodologie didattiche psico-suggestive,
drammatiche e spettacolari, ed è concepito per coinvolgere tutti, non solo il pubblico studentesco, mostrando
(Fig. 11) (Fig. 12) (Fig. 13)
(Fig. 14) (Fig. 15)
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