«ALLA BIBBIA E ALLA DIVINA COMMEDIA CHIEDIAMO DI AIUTARCI A DIVENTARE VIVI»

09/03/2021  Quattro incontri online, tra marzo e maggio, con dantisti, docenti universitari, critici letterari ed esperti biblici, per leggere il capolavoro di Dante alla luce delle Scritture. Don Paolo Alliata: «L’obiettivo è che i grandi testi ci accompagnino a diventar davvero vivi, per non rimanere impigliati nella triste condizione di chi solo sopravvive»

don Paolo Alliata (foto Paolo Bona)

«Celebriamo il settimo centenario della morte di Dante, e la Commedia nella Bibbia ha radici profondissime. Non abbiamo nulla da dire al riguardo? Non ci lanciamo nella piccola avventura di esplorare qualche intreccio tra i due capisaldi della cultura occidentale?». La provocazione arriva da don Paolo Alliata, responsabile dell’Ufficio apostolato biblico della diocesi di Milano, dove è parroco della chiesa di Santa Maria Incoronata, tra Garibaldi e Corso Como, e pronuncia omelie seguitissime e molto apprezzate dai fedeli, nonché autore di testi teatrali dedicati a bambini e ragazzi sulle Scritture. Per Ponte alle Grazie ha pubblicato Dove Dio respira di nascosto e C’era come un fuoco ardente.

Don Alliata ha lanciato l’iniziativa “La Bibbia nella selva”, un ciclo d’incontri online per far dialogare due grandi libri che hanno forgiato la civiltà occidentale. Il primo incontro, il 5 marzo scorso, ha trattato il tema dell’uomo e l’infinito. Nell’ultimo, in programma il 14 maggio, si parlerà di poesia, arte e bellezza. Le lezioni sono dedicate agli studenti delle scuole superiori i quali potranno inviare via WhatsApp le loro domande, che saranno lette e commentate in diretta.

Don Paolo, come è nata questa iniziativa di leggere la Commedia alla luce del testo biblico? E qual è l’obiettivo?

«Ogni tanto mi ritrovo con qualche amico cui ho chiesto di aiutarmi a pensare. Il tema della riflessione nasce dalla comune passione per la Bibbia. Dunque ragioniamo e ci scambiamo qualche sogno e suggestione a riguardo delle Scritture, di come favorire quel gesto semplice e molto arduo di tirar fuori la Bibbia dalla libreria di casa, se c’è ancora, di sedersi con quelle pagine sulle ginocchia e di passeggiarci dentro un po’. Da una di queste serate, un anno fa, è nata l’idea. Celebriamo il settimo centenario della morte di Dante, e la Commedia nella Bibbia ha radici profondissime. Non abbiamo nulla da dire al riguardo? Non ci lanciamo nella piccola avventura di esplorare qualche intreccio tra i due capisaldi della cultura occidentale? Ecco, quella sera è nata l’idea di un percorso su Bibbia e Commedia dantesca, nel desiderio di camminare, con chi ne ha desiderio, dentro tanta bellezza e ricchezza».

I temi trattati sono diversi, dal corpo all’infinito, dall’amore alla colpa alla bellezza. Qual è il filo conduttore?

«La vita di noi tutti. Abbiamo scelto di esplorare i temi dell’umano. Apertura alla Trascendenza, corporeità, amore, arte e bellezza. Sono ciò che ci rende umani. Che cosa hanno da raccontarci, il grande poeta e le pagine della Scrittura, sulla realtà di quel che siamo? Il respiro di questi testi vigorosi ha la forza di spalancarci gli orizzonti. In tempi faticosi come quelli che stiamo attraversando, chissà che l’ascolto intelligente di queste voci formidabili non abbia nutrimento da offrirci. Chiediamo ai grandi testi di accompagnarci a diventar davvero vivi, per non rimanere impigliati nella triste condizione di chi solo sopravvive».

In che modo la Commedia e la Bibbia nutrono il nostro immaginario oggi?

«“Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate”, sta scritto ogni tanto negli stadi, ad ammonire gli ospiti che non c’è modo di uscirne indenni. Magari non proprio tutti sapranno da dove sgorgano quelle parole, ma sono sette secoli che girano, e sono uscite dall’immaginazione del Poeta. Voglio dire che il nostro immaginario, il nostro modo di dar forma al mondo e di raccontarlo a noi stessi e agli altri, è ampiamente fecondato da parole e immagini bibliche e dantesche. In che modo Commedia e Bibbia plasmano la nostra immaginazione? Per rispondere ci vogliono gli esperti. Quanto diffusamente e profondamente ci accompagnano immagini e racconti dei due grandi Codici? Chi può quantificarlo? Ma faccio fatica a pensare una branca della cultura che non ne porti e riesprima a proprio modo i segni: dalla letteratura alla pittura, dalla musica ai fumetti, dal nome di qualche bar ai film nelle sale di proiezione. Gianfranco Contini, il grande dantista, auspicava che la Commedia fosse restituita a una fruizione più “popolare”. È quello che auspichiamo anche rispetto alla Bibbia».

La locandina dell’iniziativa. Tutte le info e il programma degli incontri su https://www.centroasteria.it/la-bibbia-nella-selva/#ven5marzo

 

Il legame tra Bibbia e Commedia è poco valorizzato dalla comunità cristiana? Come se fosse dato per scontato?

«Se penso agli interessi di noi cristiani, non è che il legame tra Bibbia e Commedia lo metterei proprio ai primi posti. Sono testi antichi e complessi, la cui lettura richiede una quota di impegno e coraggio. Non direi che il loro legame è dato per scontato, direi che mediamente non è oggetto d’interesse. Forse negli ambiti d’impegno culturale più elevato c’è il rischio che la Commedia oscuri i testi biblici, ma anche qui ci vorrebbero studi più mirati e competenti per dare una risposta di qualche valore. Certo, però, la Commedia è un mondo in cui entrare e respirare a fondo: Dante aveva la pretesa di scrivere un’opera profetica, che aiutasse la gente del suo tempo a spalancare gli occhi intorbidati sulla triste condizione dei suoi giorni. Ogni tempo ha i suoi torpori, le sue chiuse ottusità, schiavitù non riconosciute. Quando leggi che invidia e avidità sono tra le cause principali della avvilente condizione della comunità civile di quel tempo, ti vien da chiederti se davvero siano passati sette secoli».

La Commedia è anche un aiuto per la fede?

«Sì, come tutta la grande letteratura e la grande arte. Nutre immaginazione e cuore dei figli di Adamo. Nella logica dell’incarnazione, che è il caposaldo della nostra fede, Dio respira oscuramente, e pure appassionatamente, al fondo delle cose. Tanto più nelle trame delle pagine dei classici che scandagliano il mistero dell’uomo, della vita e della morte, dell’amore e della fiducia. Dostoevskij, in una delle sue lettere, ricorre a un’immagine formidabile: la poesia o l’intuizione originaria di un romanzo si formano come il diamante nelle profondità della terra. Dio è quella forza plasmatrice all’opera, il cuore dello scrittore è la miniera, la poesia è la pietra preziosa. Dio mette mano alla nascita della grande letteratura, all’accensione di quella luce nel profondo. Se il lettore percorre le grandi pagine di un romanzo con il desiderio di respirar “l’amor che move il sole e l’altre stelle”, sarà certo esaudito».

L’iniziativa “La Bibbia nella selva” è nata grazie alla collaborazione tra Centro Asteria, Synesio – La tenda delle idee, con il patrocinio di Società Dantesca Italiana e con il supporto di Arcidiocesi di Milano, Biblioteca Ambrosiana, Fondazione la Vincenziana e Fom.