La Fondazione Casa di Dante in Abruzzo ha programmato per il 2009 la mostra di pittura “Dante e Francesca da Rimini” nella quale saranno esposte, per la prima volta dal Trecento, le illustrazioni del V canto dell’Inferno, quello di Paolo e Francesca. Il loro dramma di adulterio si consumò nella Corte malatestiana di Rimini, presumibilmente nel 1285, con l’uccisione dei due amanti da parte del marito di Francesca, tra l’indifferenza generale e del tutto ignorato dai documenti e dalla cronaca locale. Lo ricorderà Dante, per la prima volta, dopo circa quindici anni, creando con la sua fervida fantasia l’episodio più popolare e affascinante della Divina Commedia, ma presentando la tragica storia a modo suo. Il testo di Dante occupa la seconda parte del V canto che va dal verso 73 alla fine. Nel racconto sono fatti solo due nomi: quello di Francesca e quello di Lancillotto. Il Poeta, sceso con Virgilio nel secondo cerchio dell’Inferno, dove i lussuriosi sono travolti da una bufera che mai non resta, è attratto da due spiriti che volano avvinti l’uno all’altro. Pregati da Dante si avvicinano e il Poeta chiede a Francesca la causa della loro dannazione. Francesca dopo aver premesso che la sua terra di origine siede presso le foci del Po, prosegue confessando il loro innamoramento. Un giorno insieme si immersero nella lettura di un libro e quando giunsero al punto in cui si descrive il bacio tra Lancillotto e la sua amante, lei fu baciata. Al bacio, fa intendere, seguiranno l’atto peccaminoso di adulterio e la loro uccisione da parte di un parente che è atteso dalla Caina.

Caina attende chi a vita ci spense
                                             (Inf., 107)
 
La Caina, come si sa, è il primo dei quattro gironi del IX e ultimo cerchio dell’Inferno, dove sono dannati i traditori dei parenti. Il racconto suscita la pietà di Dante che sviene e cade a terra. Questo è il racconto di Dante, che ebbe subito successo e i primi commentatori inquadrarono il racconto dantesco con precisi riferimenti ai luoghi, ai personaggi e al libro “galeotto”. Francesca era la figlia di Guido Minore da Polenta, Signore di Ravenna. Lo spirito a lei abbracciato era Paolo, della famiglia dei Malatesta, Signori di Rimini. L’uccisore fu individuato in Gianciotto Malatesta, fratello di Paolo e marito di Francesca. Il libro “galeotto” era un libro della Tavola Rotonda, in cui si descrive, tra l’altro, il bacio tra Lancillotto e la regina Ginevra, moglie di re Artù. Attingendo da tali commenti, Boccaccio scrisse una breve novella, con una sua versione della tragedia di Francesca, diversa da quella di Dante. In essa, tra l’altro, sono ignorati il bacio e il libro. La versione di Boccaccio, come ha sottolineato il filologo e docente universitario Lorenzo Renzi, nella sua opera Le conseguenze di un bacio. L’episodio di Francesca nella Commedia di Dante (Società Editrice Il Mulino, Bologna, 2007), si è riversata nelle note delle varie edizioni della Divina Commedia, sovrapponendosi al racconto di Dante, per cui il V canto dell’Inferno è stato e sarà letto con “gli occhiali di Boccaccio”. Per leggerlo con quelli di Dante bisognerebbe leggerlo senza note, come raccomandava Francesco De Sanctis. Tutto il canto sarà illustrato per la prima volta da 5 artisti italiani e 1 iraniano: Ademaro Bardelli, Claudio Castellani, Franco Cilia, Leda Guerra, Bruno Gorlato, Nader Khaleghpour, Gabrie Pittarello. Le loro illustrazioni saranno esposte nella mostra che sarà allestita dal 14 ottobre al 19 novembre 2009 nell’ex Aurum di Pescara. La mostra sarà affiancata da un catalogo edito da Ianieri Editore, che conterrà saggi di Corrado Gizzi, Giorgio Barberi-Squarotti, Carlo Fabrizio Carli, Renato Civello, Emerico Giachery, Walter Mauro e Antonio Sorella; la riproduzione delle illustrazioni relative a Paolo e Francesca, da parte di artisti dell’’800 e del ’900; e la riproduzione a colori e a tutta pagina delle opere esposte.

Sin dal 1980 le illustrazioni di ogni singola mostra sono state esposte presso le sale del Castello a Torre de’ Passeri. Quest’anno purtroppo a seguito degli eventi sismici, che hanno distrutto L’Aquila e l’intera provincia aquilana il 6 aprile 2009, anche il Castello è stato gravemente colpito rendendolo inagibile. Di conseguenza quest’anno, per la prima volta, il taglio del nastro si terrà a Pescara, presso le sale dell’ex Aurum (Ala d’Annunzio) il giorno 14 ottobre, dopo la presentazione della mostra che si svolgerà nella sala consiliare del Comune di Pescara alle ore 11:00 alla presenza di studenti in rappresentanza di alcune scuole di Pescara; di rappresentanti della stampa e di autorità politiche e accademiche.

A causa del sisma tutte le opere pittoriche delle ultime cinque mostre, che ammontano a ben oltre  250, e depositate nel Castello, sono state trasferite temporaneamente presso il Museo Michetti di Francavilla al Mare grazie alla sensibilità e disponibilità del sindaco, Avv. Nicolino Di Quinzio. Hanno provveduto al trasporto ed alla sistemazione nella nuova sede gli uomini della Protezione Civile Beni Culturali della DICOMAC di Coppito – Funzione Salvaguardia Beni Culturali; gli uomini della Guardia di Finanza di Coppito e di Legambiente – sotto la supervisione della dott.ssa Giuseppina Di Persia.

Info:
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Mauro Di Cola
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Allegati
Depliant con il programma della cerimonia inaugurale