La polemica è annosa e va avanti da anni, da quando cioè il comitato per i diritti umani Gherush92 propose di censurare la Divina Commedia di Dante perché piena di passaggi discriminatori contro gay ed ebrei. In particolare si faceva riferimento alla condanna all’inferno di Brunetto Latini, maestro dello stesso Dante, in quanto sodomita.

Una proposta che fortunatamente non ebbe seguito e anzi oggi si punta a ribaltare del tutto quel punto di vista, proclamando Dante amico degli omosessuali al punto da poter essere scelto quale testimonial contro l’omofobia. A questo mira l’associazione GayLib con il suo segretario nazionale, Daniele Priori, che domani parteciperà alla presentazione del libro ‘Dante e gli omosessuali nella Commedia – tra inferno e paradiso’ di Aldo Onorati pubblicato dalla Editrice Dante Alighieri in programma alle 18 a Roma nella storica sede della Società Dante Alighieri. Priori firma anche un saggio introduttivo nel libro di Onorati e definisce Dante “testimonial contro l’omofobia”. “Dieci anni fa quando abbiamo iniziato a lavorare alla prima versione di questo fantastico studio che smentiva clamorosamente un’uscita spericolata dell’allora senatore a vita Giulio Andreotti sugli omosessuali messi all’Inferno anche da Dante – afferma Priori – col professor Onorati avemmo modo di riflettere sulla dignità che in realtà, sia pure all’Inferno, Dante aveva dato ai sodomiti, come venivano chiamati allora i gay, citando tra tutti quella che il Sommo Poeta definì come cara immagine paterna, ovvero il suo maestro di morale, notoriamente omosessuale, Brunetto Latini”.

Secondo Priori Dante può essere considerati, anzi, un vero e proprio testimonial contro l’omofobia “perché con una prova del nove, come la chiama lui, il professor Onorati ci dimostra che alcuni omosessuali Dante li colloca anche fuori dall’inferno”. “Per queste ragioni, oltre al valore intrinseco e profondo dell’opera – conclude Priori – si vede prevalere l’aspetto rivoluzionario, libertario, moderno dell’Alighieri che con un ideale ponte lungo sette secoli o, per dirla meglio, davvero sub specie aeternitatis, ha offerto spunti notevolissimi anche per gli attivisti di tutti i tempi impegnati nella difesa dei diritti umani e civili”.