Il prof di Lettere in pensione: “La bellezza di Dante per attraversare l’epidemia”

Il caso di Enrico Parodi: ha cominciato a tenere lezioni su Zoom per una decina di ex alunni, adesso ad ascoltarlo sono più di trecento e le registrazioni rimbalzano sui social
di MICHELA BOMPANI

Il prof di Lettere in pensione: “La bellezza di Dante per attraversare l’epidemia”
“Se Primo Levi è riuscito a dimenticare per qualche momento la tragedia del lager, raccontando al suo compagno Pikolo, il canto di Ulisse nella Divina Commedia, allora ho pensato che in una situazione drammatica, benché neppure paragonabile a quella, proprio Dante ci avrebbe potuto aiutare ” . Enrico Parodi è un professore di Lettere in pensione. A Genova, dieci giorni fa, ha cominciato, quasi per gioco, a tenere qualche lezione sulla Divina Commedia, per dieci ex alunni che lo sono andati a scovare. E ora si trova a fare diversi collegamenti alla settimana su Zoom, la piattaforma digitale per teleconferenze, con oltre duecento partecipanti, mentre le registrazioni rimbalzano sui social e stanno raggiungendo altre centinaia di allievi virtuali, con un passaparola digitale che stupisce perfino ai tempi del coronavirus.

Il professor Parodi, 71 anni, ha insegnato nei principali istituti superiori della città, dall’allora magistrale Gobetti ai licei classici Mazzini e Colombo e ha allevato generazioni di allievi nell’amore della letteratura italiana, soprattutto nella rigorosa conoscenza di Dante e degli autori due- trecenteschi. Ed è successo un piccolo miracolo, come quelli che accadono talvolta nei disastri, scintille che paiono ancora più luminose, perché circondate dalla densità del buio: alcuni suoi ex allievi, oggi avvocati, impiegati, disoccupati gli hanno telefonato. ” Prof, ora che siamo tutti chiusi a casa, che abbiamo tempo, perché non torna a farci qualche lezione, come ai vecchi tempi? ” . E il professore, che quando ha smesso di insegnare a scuola ha proseguito nelle università della terza età, come volontario, nelle associazioni di quartiere, si è sentito richiamare in servizio attivo: e ha detto sì.

” Quando mi hanno cercato, come potevo tirarmi indietro – spiega Parodi, che patisce la reclusione, lui amante dello sci di fondo d’inverno e del trekking d’estate – Mi sono collegato a Internet e ho fatto qualche tutorial per come utilizzare Zoom, non sapevo neppure cosa fosse: me lo hanno suggerito i miei ex alunni. Alla fine ho imparato ” . Una volta compreso il mezzo, Parodi non ha avuto dubbi su cosa metterci dentro. ” Sapevo già di cosa parlare. Ho pensato a Dante. Se Primo Levi, in ” Se questo è un uomo”, dice che le parole di Dante sono come ” uno squillo di tromba”, come “la voce di Dio”, che per qualche minuto hanno permesso a lui e al suo compagno alsaziano Jean di dimenticare dove fossero, allora Dante può aiutare noi, che siamo tutti a casa, non ci manca quasi nulla, e abbiamo però bisogno di un’iniezione di bellezza, dando un senso a queste giornate terribili”. E così, da una lezione all’altra, cresce la platea di alunni, non sono solo più gli ex – “c’è chi si fa riconoscere e scopro che ha dato la maturità cinquant’anni fa, quando ho iniziato avevo 23 anni”, dice – ma tante donne e uomini che prendono il tempo dell’ascolto, la pazienza di squadrare le parole da ogni lato, sul filo della voce dell’anziano professore.

“Quando vedo apparire in video i miei alunni, cerco con la mente di collocarli del banco: mi ricordo dove erano, magari mi faccio aiutare: ” Scusa, tu eri nel banco con?” E un nome mi fa tornare l’immagine nitida, ricompongo una fotografia del tempo. Adesso hanno barbe e rughe, capelli bianchi e occhiali, o non hanno più capelli: per me, lì davanti ad ascoltare, hanno tutti ancora 19 anni”. Il canto di Ulisse, Paolo e Francesca, Pier delle Vigne. Domenica e lunedì, alle 18, ha fissato una lezione tra Dante, Giotto e San Francesco.