Imola e Parigi unite in nome di Dante da un prezioso manoscritto del ‘400

Imola e Parigi unite in nome di Dante Alighieri da un prezioso manoscritto del ‘400

Il sindaco Panieri: “Il Sommo Poeta è una figura che ci unisce: in un momento come questo è importante riscoprire le radici del nostro Paese, della nostra lingua”

L’anno dantesco imolese: ricorre il VII Centenario della morte di Dante Alighieri

E’ stato questo il modo scelto dal Comune per aprire l’anno dantesco imolese, all’approssimarsi del 25 marzo, data individuata nel calendario nazionale come Dantedì, in occasione del VII Centenario della morte di Dante Alighieri. La consegna e la presentazione dell’edizione in facsimile è stata trasmessa in diretta sulla pagina fb della Biblioteca comunale di Imola. Dopo i saluti istituzionali da parte del sindaco Marco Panieri, dell’assessore alla Cultura, Giacomo Gambi, del direttore della casa editrice Imago, Barbara Bertoni e del direttore della Biblioteca comunale, Gabriele Rossi sono intervenuti in collegamento on line, autorevoli studiosi e rappresentanti delle istituzioni culturali italiane che hanno lavorato con la casa editrice Imago a supporto del progetto scientifico: Marcello Ciccuto, Presidente della Società Dantesca Italiana, Alessandro Masi, Segretario Generale Società Dante Alighieri, Claudio Marazzini, Presidente dell’Accademia della Crusca e Fabrizio Lollini, professore di storia dell’arte medievale presso l’Università degli Studi di Bologna.

Il sindaco: “Così uniamo Imola e Parigi”

Panieri: “il grande valore della cultura è quello di unire” – “Con questa edizione in facsimile del manoscritto oggi uniamo Parigi ed Imola. Il grande valore della cultura è proprio quello di unire e di darci una visione del futuro, partendo dalla conoscenza del passato. La cultura è la migliore lingua per rappresentare la nostra storia. Tanto più vero per Dante, le cui celebrazioni hanno un grande valore perché il Sommo Poeta è una figura che ci unisce: in un momento come questo è importante riscoprire le radici del nostro Paese, della nostra lingua. Grazie, quindi a tutti coloro che a vario titolo, dalla casa editrice Imago, con il direttore Barbara Bertoni al personale della biblioteca comunale, a cominciare dal direttore Gabriele Rossi e da Silvia Mirri hanno saputo sognare, osare e credere nella possibilità di realizzare questo importante progetto culturale” ha detto il sindaco Marco Panieri.

“Il Comune di Imola, infatti, ha concesso alla casa editrice Imago la riproduzione della parte imolese del quattrocentesco codice miniato dell’Inferno, noto agli studiosi per le sue splendide miniature, che sarà protagonista di un’importante mostra in allestimento nella BIM con inaugurazione a settembre. La consegna della riproduzione facsimilare del manoscritto e degli altri sette preziosi facsimili della collana “La Biblioteca di Dante” arricchirà così le collezioni della Biblioteca comunale, testi che potranno essere esposti con facilità e sfogliati per agevolarne lo studio, oltre che la splendida visione” spiega Giacomo Gambi, assessore alla Cultura. “Con l’edizione in facsimile del manoscritto “Parigi-Imola”, non solo viene ristampato un manoscritto, ma viene ricostruito qualcosa che non esiste più, che la storia ci ha portato via. E’ la restituzione di uno dei manoscritti più importanti dedicati a Dante” ha aggiunto da parte sua il direttore della casa editrice Imago, Barbara Bertoni.

L’edizione in facsimile del manoscritto “Parigi-Imola”

Come si è arrivati all’edizione in facsimile – L’edizione in facsimile del manoscritto “Parigi-Imola” giunge al termine di un progetto pluriennale realizzato dalla casa editrice Imago grazie a un accordo editoriale con la Bibliothèque Nationale de France, che conserva la porzione maggioritaria di un codice miniato dell’Inferno, realizzato attorno al 1440 per il duca di Milano Filippo Maria Visconti, e la Biblioteca comunale di Imola, che ne conserva tra i suoi tesori più preziosi alcune carte, donate nel 1866 dal senatore imolese Giuseppe Zaccheroni.
La pubblicazione facsimilare ripropone l’unitarietà del manufatto originario che le complesse vicende del manoscritto hanno separato nelle parti oggi conservate presso le biblioteche di Parigi e di Imola.
Si tratta pertanto di una operazione culturale che offrirà agli specialisti di tutto il mondo un valido strumento di studio e al grande pubblico l’occasione di ammirare opere di solito accessibili solo a una cerchia ristretta di studiosi.
La pubblicazione si inserisce nella collana “La Biblioteca di Dante”, che raccoglie le edizioni in facsimile di alcuni tra i manoscritti miniati più significativi della Commedia, rigorosamente fedeli agli originali, in tiratura limitata, accompagnati da un volume di commento redatto da specialisti. Grazie all’accordo editoriale fra la Biblioteca comunale di Imola e la casa editrice Imago, la casa editrice stessa consegnerà la pubblicazione in oggetto e l’intera collana “La Biblioteca di Dante” alla Biblioteca comunale, che vedrà così arricchite in maniera significativa le proprie collezioni, oltre al facsimile Parigi-Imola, di altri sette preziose edizioni.

IL MANOSCRITTO “PARIGI-IMOLA”
BNF (Bibliothèque nationale de France) Ms Italien 2017 e Biblioteca comunale di Imola Ms 76

L’origine del codice – Il manoscritto “Parigi-Imola”, attualmente diviso tra la Bibliothèque nationale de France, che ne conserva la maggior parte, con 59 miniature (ms. Italien 2017), e la Biblioteca di Imola che ne conserva 21 carte con 13 miniature (ms 76)  è una delle copie medievali del capolavoro dantesco più riccamente decorate, eseguita attorno al 1440 per il duca di Milano Filippo Maria Visconti. A tale progetto, di cui è nota solo la parte riguardante l’Inferno, lavorarono per la parte di commento l’umanista Guiniforte Barzizza e per le illustrazioni un miniatore di grande prestigio nell’Italia settentrionale della prima metà del Quattrocento noto come “Maestro delle Vitae Imperatorum”.

L’illustrazione dell’Inferno – Di Dante non è rimasto alcun documento autografo, in compenso il suo capolavoro ebbe una larghissima diffusione, accompagnato fin dagli inizi dalla pratica di accompagnare il testo con immagini, che costituì un impegnativo banco di prova per gli illustratori di ogni tempo. Non tutte le copie miniate dell’Inferno si spingono a illustrare così tanti episodi del racconto, tre o quattro per canto, come accade nel codice “Parigi-Imola”, che era originariamente ornato probabilmente da centoquindici  scene, di cui ne rimangono oggi settantadue.
Essa è tra le più belle opere del “Maestro delle Vitae Imperatorum”, artista di fiducia della corte milanese, che deriva il suo nome convenzionale da un manoscritto, anch’esso conservato a Parigi (ms. italien 131), contenente le Vitae di Svetonio nella trascrizione in volgare di Pietro Candido Decembrio del 1431.  Lo stile del miniatore è aggiornato alle più alte lezioni del tardogotico europeo. Caratteristica particolare delle illustrazioni è invece quella di essere concepite e rappresentate come delle “sequenze” di taglio cinematografico, di grande efficacia narrativa, con una minuta attenzione al concreto muoversi di Dante e della sua guida Virgilio nell’aldilà, dove vengono realisticamente raffigurate le punizioni inflitte ai dannati.

Un’originale vicenda collezionistica – Dalla celebre libreria visconteo-sforzesca a Pavia, che lo conservava ancora nel 1469, alla discesa dei Francesi in Italia sul finire del secolo, il manoscritto passò nelle mani di re Luigi XII. Fu forse il sovrano di Francia a offrirlo poco tempo dopo a Giovanni Caracciolo duca di Melfi, come ricompensa dei servizi resi alla corona. L’opera passò poi al genero di Caracciolo Antoine de Cardaillac e in seguito ai suoi eredi. Nel 1835 venne recuperato in un castello della Dordogna dall’erudito Gaston de Flotte, che lo acquistò e lo portò a Marsiglia. Tra il 1836 e il 1837 egli prese accordi con l’ imolese Giuseppe Zaccheroni, esule in Francia dopo i moti del 1831, per pubblicarne il testo ancora inedito. Zaccheroni realizzò l’edizione critica del testo, che pubblicò nel 1838, trattenendo per sé alcune carte. Rientrato in Italia fu eletto deputato nel 1865 nel collegio di Imola. Nel 1866 Zaccheroni destinò alla biblioteca della sua città una copia dell’edizione dell’Inferno da lui curata, che arricchì, inserendovi tra le pagine stampate i fogli manoscritti del codice in suo possesso. La restante parte del codice visconteo fu venduta nel 1887 dagli eredi di de Flotte alla Bibliothèque Nationale de France dove è tuttora conservata

L’importanza culturale del progetto dell’edizione facsimilare (Imago, 2021) – I facsimili rappresentano un contributo straordinario che la moderna editoria può offrire alla conoscenza, alla conservazione e alla fruizione del patrimonio librario storico di tutto il mondo, patrimonio che, per le caratteristiche delle opere che lo compongono, è particolarmente fragile e pertanto difficilmente disponibile per un pubblico diverso da quello degli studiosi e degli specialisti. Per motivi conservativi le opere su carta, molto sensibili alla luce come i manoscritti miniati, possono infatti essere esposti al pubblico solo per periodi brevi e con molte cautele (la porzione di codice imolese è stato esposto nel 2020 alla mostra Ulisse, l’arte e il mito, promossa  dalla  Fondazione Cassa  dei  Risparmi di Forlì in collaborazione con il Comune di Forlì, nel 2006 a Imola per la mostra Miniature nella biblioteca comunale di Imola, nel 2000 ai Musei statali di Berlino, in una mostra dal titolo Sandro Botticelli, l’artista narratore).
Il facsimile che in occasione del VII Centenario dantesco la casa editrice Imago, grazie anche al contributo di Opera, rende disponibile, si innesta nel novero delle edizioni che contribuiscono alla conservazione, salvaguardia e diffusione di tale patrimonio, ma rispetto ad altri progetti ha una caratteristica in più: esso permette di ricomporre per la prima volta un’edizione dell’opera che le complesse vicende del manoscritto hanno separato nelle parti oggi conservate presso le Biblioteche di Parigi e di Imola.

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