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Un Ragazzo solare, la cui forza sta nella fermezza che lo ha da sempre contraddistinto e portato a riscuotere i risultati di una vita passata a studiare in quello in cui crede e per il quale è naturalmente portato: la danza.
Lui è Domenico Ausilio, la sua passione per l’Arte, lo rende un artista a 360 gradi. Attualmente ci sta regalando grandissime emozioni con “La Divina Commedia” di cui ne interpreta le diverse coreografie per quello che è lo spettacolo ispirato al testo del sommo poeta Dante Alighieri
“La Divina Commedia.” Come hai approcciato il lavoro in questo spettacolo?
Questo lavoro in particolare era un lavoro a cui tenevo molto perchè sapevo che avrebbe arricchito il mio bagaglio artistico. E non mi sbagliavo, una volta entrato a far parte del cast, fin dalle prime rappresentazioni, è stata subito una grande emozione accompagnata da molte soddisfazioni. Emozioni e soddisfazioni che ho condiviso con piacere assieme alle persone con le quali ho lavorato e lavoro tutt’ora. È stata una bella esperienza anche poter interpretare le coreografie realizzate per questo grande spettacolo. Per cui devo dire che sono più che soddisfatto e mi auguro di poter continuare a far parte del cast il più a lungo possibile.

Dante scrisse la Divina Commedia per lanciare un messaggio all’umanità, che ritrovasse la diritta via. Pensi che anche oggi ci sia bisogno di questo?
Secondo me la produzione di questo grande evento ha voluto, con la messa in scena della Divina Commedia, proporre un messaggio molto chiaro al pubblico, che in sostanza ha la stessa connotazione del messaggio di Dante, la ricerca dell’amore attraverso le varie vicissitudini della vita. Quell’amore universale che dovrebbe rendere migliore la vita terrena sulla base importante del reciproco rispetto. Inutile sottolineare la necessità ai giorni nostri, che l’umanità debba trovare le retta via. Ben si sa che questa ricerca esiste sin dall’inizio dei tempi e aggiungerei che molto spesso giudicare il prossimo ancor prima di conoscere può essere un impedimento oggettivo.

Quando è nata in te la passione per la danza e qual è stato il tuo percorso?
Quando è nata in me la passione per la danza? Non è nata, è in me da sempre, come in fondo ogni passione, la porti dentro già dalla nascita, e ancor prima. Ho iniziato all’età di nove anni presso “L’Etoile”, una scuola della provincia di Treviso, studiando dapprima classico e successivamente tutte le altre tecniche di danza. Ho sempre saputo dentro di me di voler diventare un ballerino professionista e fin dall’inizio il mio percorso ha mirato a realizzare il mio intento. È stato un percorso importante con tante e varie esperienze che hanno arricchito di volta in volta il mio bagaglio artistico, culturale e tecnico, facendomi migliorare, sostenuto sempre e comunque dalla mia passione per la danza.

Quale ruolo ti piacerebbe interpretare o di quale spettacolo vorresti far parte?
Non ci sono ruoli in particolare che io voglia interpretare o spettacoli di cui vorrei far parte per la semplice ragione che qualsiasi ruolo che mi venga proposto lo faccio mio e di conseguenza mi arricchisce, considerando anche che un artista completo dovrebbe saper essere eclettico e saper affrontare qualsiasi tipo di interpretazione gli venga proposta, certo esistono dei ruoli che sono più vicini e che quindi si preferiscono ma la cosa più importante è metterci sempre passione, dedizione e convinzione in ciò che si fa.

Come ti vedi tra vent’anni?
Mi vedo sicuramente ancora nella danza, che è la mia vita per cui non riuscirei ad immaginarmi senza e poi danza e ancora danza in qualsiasi ruolo, danzatore, coreografo, insegnante.

Credi che in Italia sia dato il giusto spazio alla danza? E se no, quali consigli daresti per incrementare l’attenzione verso questa disciplina?
Onestamente credo che in Italia la danza non occupi lo spazio che meriterebbe. La situazione purtroppo è molto triste, le compagnie che esistono fanno sempre più fatica a reggersi, gli spettacoli a teatro sono pochi e non particolarmente variati, ovviamente ci sono delle eccezioni sostenute e volute fortemente più dai singoli privati che dalle istituzioni pubbliche che dovrebbero impegnarsi maggiormente per incentivare lo sviluppo di questa bellissima arte.
Ricordiamoci: arte è cultura, e per un paese dovrebbe essere considerata come “un fiore all’occhiello”. Riguardo alla seconda parte della domanda non credo si debbano dare consigli ma semplicemente fare sempre e comunque della buona danza e mi rivolgo a tutti gli esperti del settore, abbiamo una grossa responsabilità nell’operare, dobbiamo proporre la vera danza a chi la segue, sia o non sia un pubblico esperto.

Un tema attuale e scottante, di cronaca, vede parecchi ragazzi che scelgono la danza, sono vittime del bullismo dei compagni di scuola. Cosa consiglieresti a questi ragazzi per difendersi da queste esagerazioni?
Il tema del bullismo purtroppo esiste indipendentemente dal fatto che un ragazzo scelga la danza, certo nel caso specifico potrebbe accentuarsi maggiormente per il semplice motivo che esistono dei pregiudizi, che sono frutto dell’ignoranza sempre più dilagante (e non scendo nei particolari), ma sottolineo semplicemente che anche questo aspetto si ricollega al discorso fatto prima, riguardante la carenza di un giusto sviluppo della danza in Italia. Come fanno questi ragazzi a conoscerla, a capirla, se quel poco che vedono nemmeno rispecchia quello che è la vera danza? Si tratta sempre di ignoranza che purtroppo supera di gran lunga la conoscenza.

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