Seracopi – Islam 

ISLAM E CRISTIANESIMO IERI E OGGI

Riflessioni offerte in due libri presentati nel Consiglio regionale della Toscana

 Giovedì 28 marzo 2019, dalle ore 17, i locali del Consiglio Regionale della Toscana a Firenze hanno ospitato in contemporanea due avvenimenti degni di rilievo: in due sale contigue (la Sala Affreschi e la Sala del Giglio) si è potuto infatti assistere alla presentazione di due distinti volumi, il primo opera di don Mario Alexis Portella (Cancelliere della Curia Arcivescovile di Firenze) intitolato Islam: religione di pace? e introdotto dal Patriarca Cattolico di Siria Ignace Ioseph III Younan; il secondo opera del professor Marino Alberto Balducci (Università di Stettino – Polonia), dal titolo Dante e l’eresia islamica, incrementato dall’apporto di un Saggio introduttivo del professor Giampiero Giampieri (oltre che di una Prefazione del Presidente del Consiglio regionale della Toscana, Eugenio Giani, e di una Presentazione del progetto di Elena Sinimberghi, Assessore alla cultura del Comune di Monsummano Terme – Pistoia) e dal saggio Dante e il Corano di frate Riccoldo da Montecroce, del professor Salah Kamal Hassan Mohammed (Università di Minya, Egitto).

Alla presentazione del primo volume hanno partecipato, oltre al già citato Presidente del Consiglio regionale, lo scrittore Giovanni Pallanti, il giornalista Antonio Lovascio e il Consigliere regionale Paolo Bambagioni; alla presentazione del secondo era presente, oltre agli autori di ognuno degli interventi ricordati a proposito del volume stesso, il sindaco di Monsummano Terme – Pistoia, Rinaldo Vanni. Se riguardo allo studio dell’italoamericano Portella un nodo centrale è consistito nella discussione della condizione delle comunità cristiane in Medio Oriente, vale la pena di ricordare che da parte sua il volume di Balducci è arricchito dall’apporto, oltre che di una Appendice suddivisa in due parti che riporta prima La rappresentazione negativa dell’Islam e quella positiva del Buddhismo nel Milione di Marco Polo e di seguito La descrizione dell’eresia islamica nel “Contra legem Sarracenorum” di frate Riccoldo da Montecroce, di ben tredici tavole fotografiche a colori inerenti alle performance attuate da “CRA-INITS Evocazioni Dantesche (Immagine, Danza, Musica e Parola)”, Arte performativa di Arianna Bechini in collaborazione con Axe Ballet e correlate a specifici passi del poema dantesco.

Quanto al volume di Portella, che ha come sottotitolo La violazione dei diritti umani e la copertura occidentale, anche in base alle proprie esperienze personali in Iraq e all’analisi di passi coranici, il religioso, che tra l’altro è attualmente anche cappellano della cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze, sostiene con convinzione che è sbagliato interpretare l’Islam come una religione dalla doppia faccia, poiché essa si propone come fine lo sterminio degli infedeli, senza possibilità di interpretazioni.

Soffermandosi sui contenuti di Dante e l’eresia islamica, si nota invece che il saggio introduttivo Leggere Dante a Monsummano di Giampieri è incentrato su un confronto assai suggestivo tra i riflessi delle concezioni islamiche nel poema dell’Alighieri e quanto traspare nelle rappresentazioni del basso Inferno, in particolare della città di Dite; ripetuti parallelismi con gli scritti di artisti “moderni” come Joyce e Proust rendono conto delle capacità mostrate dall’esule fiorentino di oltrepassare le soglie del pensiero e delle proiezioni mentali solite per slanciarsi verso un infinito da cui, liberato da ogni  insensata cura dei mortali, torna indietro solo «per uno scopo profondamente cristiano: non lasciarci soli, mostrarci la via» della redenzione.

L’articolato intervento centrale di Balducci, poi, si sofferma in particolare sul concetto di violenza, in dialogo con quello di giustizia, all’interno della morale cristiana e nello specifico per come tale questione vien trattata nel corso del “viaggio” dantesco; al fine catartico di liberazione dal male che si annida nell’animo umano, anche una serrata analisi della concezione dell’Islam viene riconosciuta istruttiva, in special modo se, come in questo intervento, si prende in considerazione il Jihǡd contro ciò che viene considerata “la blasfemia trinitaria cristiana” e la contrapposizione paradisiaca dantesca del senso delle Crociate, passando attraverso il modo in cui san Bernardo considerava il malicidium,  «quella beata violenza ideale e purificante di cui parla il poema di Dante nella visione paradisiaca», possibile solo in difesa del diritto del singolo alla libertà e all’amore, a ribadire quel senso morale, politico e spirituale di affratellamento dei viventi nel pieno rispetto dei diritti fondamentali garantiti da leggi amorevoli e sagge.

Conclude la serie di studi il confronto di Salah Mohammed tra pensiero e opera dantesca e il Corano (in aggiunta al Libro della Scala, e senza ignorare gli apporti della cultura ebraica) nella versione e con le annotazioni di Riccoldo da Montecroce, con messa in rilievo di quanto l’Alighieri stimasse la cultura dell’Islam, una volta preso in considerazione il giudizio offerto sull’opera di Averroè, nonché la collocazione privilegiata accordata a personaggi islamici nel Limbo, mentre la collocazione di Maometto viene riconosciuta come mera rispondenza alla concezione medioevale del messaggero dell’Islam.

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