Dalla Cina alla Russia. Dopo l’esposizione della monumentale opera di cento formelle di porcellana a Jingdezhen, in occasione della Fiera internazionale della ceramica, l’artista cotignolese Enzo Babini è appena rientrato da Mosca dove, l’8 novembre scorso, ha inaugurato la mostra “Cento Terrecotte raccontano la Divina Commedia” al celebre Museo Pushkin. Un evento realizzato in uno dei più importanti musei al mondo grazie alla collaborazione del Comitato della Società Dante Alighieri di Mosca, dell’Istituto Italiano di Cultura di Mosca e della Biblioteca centrale 174.
Un omaggio a Dante, che fa eco al progetto elaborato nel 2009 dall’artista romagnolo, “La Ceramica come via di Pace”, che consistette nella trasposizione in porcellana della sua opera “L’alto Passo”, costituita da 100 bassorilievi in cotto raffiguranti i canti danteschi. Un’opera che già gli aveva fruttato diversi premi nazionali e internazionali, oltre alla medaglia d’oro da parte dell’Associazione Nazionale “Dante Alighieri”. Come avvenne in Cina, anche in quest’occasione lo scultore ha deciso di donare la monumentale opera alla città ospitante di Mosca, come segno di amicizia tra i popoli, a futura memoria.
“Vogliamo rendere omaggio e dare il meritato riconoscimento al concittadino Enzo Babini e alla sua arte ormai conosciuta in tutto il mondo – ha sottolineato oggi il sindaco Antonio Pezzi -. Questo nuovo successo non può che farci immensamente piacere. A nome dell’intero consiglio comunale e credo anche di tutta la collettività desidero esprimere i miei complimenti a quest’artista che sta portando Cotignola in giro per il mondo, nell’augurio che l’arte sia sempre più una forma di comunicazione che valica tutti i confini”.
“La Divina Commedia è conosciuta in tutto il mondo e questo è un dato di fatto – racconta Enzo Babini -. Vent’anni fa partecipai ad un concorso internazionale e vinsi il primo premio assoluto. Da quel momento ho iniziato a coltivare con passione l’interesse per questo poema. In principio ero molto titubante: lavorare su Dante significa lavorare su qualcosa di mondiale. Per questo ci sono andato in punta di piedi, impegnandomi per tre, quattro anni. Ho realizzato l’opera scultorea scolpendo al negativo su lastre di gesso i cento canti. La prima inaugurazione risale ormai a vent’anni fa, a Ravenna”.
“Da quella prima volta l’opera ha poi girato un po’ per il mondo, esposta in tante città di rilievo: Lione, Monaco, Melbourne. Ha suscitato un certo interesse, non solo da un punto di vista prettamente estetico, ma per la novità che rappresentava: rendere materico un concetto storico filosofico. Sono sempre partito col presupposto che l’arte deve anche lanciare dei messaggi e non essere solo bella e fine a sé stessa. Con questo spirito ho cercato di comunicare anche con alcune nazioni distanti, al fine di rafforzare l’amicizia tra i popoli. È questo il senso ultimo che accompagna tutte le mie opere. Il mio obiettivo è quello di creare legami con gli altri Paesi a livello sociale, economico e culturale”.
“Già da tempo ero interessato alla Russia e ad avviare scambi con loro – continua lo scultore cotignolese -. Ho presentato questo mio progetto all’Istituto Italiano di Cultura di Mosca: qui sono impegnati per farlo conoscere tramite l’Associazione Nazionale Dante Alighieri, di cui io sono onorato di essere medaglia d’oro. Così ho avuto il grande onore di esporre in uno dei tre musei più importanti al mondo. L’accoglienza è stata eccezionale. Anche per questo ho deciso che l’opera rimarrà lì. Il giorno dopo l’inaugurazione è venuta anche la televisione russa nazionale”.
“Inoltre tutta l’opera tramite la ‘Dante Alighieri’ farà una mostra itinerante in varie città della Russia, toccando anche S. Pietroburgo. Con questo progetto mi auguro davvero, visto che sono un cotignolese doc e provengo dalla scuola di Luigi Varoli, di aver in qualche modo reso omaggio al mio paese e spero che in futuro sia la mia Cotignola che la mia Romagna possano avviare un rapporto di amicizia e di scambio socio culturale con questa splendida città, pensando soprattutto alle nuove generazioni”.