In mostra un esemplare unico illustrato dall’artista Cecco Bonanotte. I nuovi amanuensi: calligrafi e miniatori riscrivono dal vivo l’intero poema. Tra letture ed effetti visivi, viaggio sensoriale nel mondo dantesco.



Un’immersione totale dei sensi nella Divina Commedia, tra ascolto e visione. Gli amanuensi del terzo millennio che, come i loro antenati, miniano codici (ma lo fanno davanti al pubblico). Rare e preziose edizioni moderne del poema dantesco, stampate come nell’Ottocento ed esposte in esemplare unico; e tra queste una “da muro”, illustrata dalla mano di una maestro della figurazione sacra, Cecco Bonanotte.

Tre tasselli che, insieme, compongono un’impresa culturale mai tentata fino ad oggi, intorno ad un duplice oggetto: le tre cantiche dell’Alighieri e la rinascita del libro d’arte. Un’impresa che “accade” direttamente sotto gli occhi dei visitatori, nella mostra “Divina Commedia a Palazzo – Dante alla Corte del Duca”, fino al 30 settembre 2010 in uno dei luoghi più intatti dell’Italia medievale: il Palazzo Ducale di Gubbio.

Le opere in mostra
L’intera Divina Commedia su nove grandi fogli in carta di cotone delle Cartiere Miliani di Fabriano, tre fogli per cantica, stampati con il metodo ottocentesco del torchio piano-cilindrico e illustrati da Cecco Bonanotte, maestro marchigiano, scultore universalmente noto per il portale in bronzo dei Musei Vaticani inaugurato nel 2000. Il tutto inserito in tre teche di legno intarsiato in stile rinascimentale, opera dei maestri ebanisti Minelli Restauratori (gli stessi ai quali si deve la replica dello studio di Federico di Montefeltro, esposta sempre nel Palazzo Ducale di Gubbio). Accanto, tre bassorilievi bronzei dello stesso Cecco Bonanotte. A completare il quadro delle nuove produzioni editoriali che ridanno vita a tecniche dimenticate quanto sapienti, un’altra edizione della Commedia: tre volumi, ognuno di 180 pagine, impressi – come la versione “da muro” – con il sistema monotype a torchio ed esposti in cornici.

La Commedia riscritta a mano
Nelle stesse sale, come in un’antica aula conventuale immersa nel silenzio ma sotto gli occhi dei visitatori, si dipana un’avventura dello spirito e della manualità: calligrafi e miniatori trascrivono in diretta le tre cantiche della Divina Commedia.
I neo-amanuensi hanno posato per la prima volta il pennino sulla carta di cotone il venerdì di Pasqua 2010, in coincidenza con il viaggio ultraterreno di Dante nel 1300. Come i loro predecessori lavorano senza fretta e con metodo, un canto al giorno, seguendo un ritmo interiore di concentrazione e precisione. Intanto i miniatori dell’Istituto Statale d’Arte di Gubbio ornano i “capolettera” con elaborati fregi policromi e pigmentano le pagine.
A breve l’opera sarà compiuta, fino all’ultimo dei 14.223 endecasillabi che compongono il poema: sarà il primo e unico codice miniato del terzo millennio.
L’opera finita sarà presentata nel corso della mostra. L’evento punta a mostrare in concreto la naturale vocazione di un ambiente come il Palazzo Ducale eugubino, luogo di incalcolabile pregio storico-architettonico e spazio vitale per l’arte e le idee.

Il poema da ascoltare e da vedere
L’allestimento, concepito come un “viaggio sensoriale”, si avvale delle letture di Alberto Rossatti – che dà voce ai passi più intensi della Commedia – e degli effetti visivi di Gabrio Marinelli. Le fiamme dell’Inferno, le gocce d’acqua che stillano in un Purgatorio lunare, la luce del Paradiso proiettate su parete accolgono i visitatori nelle tre sale, ognuna dedicata a ciascuna delle tre cantiche. Suggerimenti percettivi, quando drammatici quando lievi, pensati per stimolare ricostruzioni emotive senza sostituirsi alla mente del visitatore.

L’ideatore
L’operazione “Dante a Gubbio”, con la riscrittura a mano della Commedia, è pensata e voluta da Alessandro Sartori, fondatore con Fausto Olivieri del marchio editoriale “unaluna”. Sartori non è nuovo alle provocazioni nel nome della bellezza, della fisicità e della singolarità, in controtendenza rispetto al trionfo della produzione seriale e virtuale o, per dirla con la celebre definizione di Walter Benjamin, “dell’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica”.
L’obiettivo non è stupire ma incantare: i libri di “unaluna” sono capolavori usciti da una bottega tipografica d’altri tempi, curati in ogni dettaglio, rilegati a mano e spesso illustrati da grandi artisti. “Unaluna” è nata quattordici anni fa a Milano ma ha trovato casa e humus fecondo a Gubbio. Qui, nella città dei Ceri, la casa editrice ha dato vita all’Università dell’Arte del Libro. E qui, nelle sale del Palazzo Ducale, con questo progetto su Dante è riuscita a determinare – afferma lo stesso Sartori –, “l’incontro e la sinergia di esperienze multiple, rappresentative di saperi e conoscenze specifiche in più settori: l’arte del libro, l’ebanisteria, la calligrafia, la miniatura e la decorazione, le installazioni video, la lettura recitante”.

ENTI PROMOTORI E ORGANIZZATORI:
MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA CULTURALI – DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI;
SOPRINTENDENZA AI BENI ARCHITETTONICI E PAESAGGISTICI DELL’UMBRIA;
MAD Museo d’Arte Palazzo Ducale; COMUNE DI GUBBIO; MARCHIO EDITORIALE ‘UNALUNA’.

NOTIZIE RIEPILOGATIVEOrario di apertura : 8.30 – 19 (lunedì chiuso)

Ingresso:
Intero: € 7 comprendente visita intero Palazzo
Gratuito: under 18 anni – over 65 anni

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