L’inferno finirà e con Dante torneremo «a riveder le stelle»

RAVENNA. Le celebrazioni per il settimo centenario della morte di Dante Alighieri proseguono, cercando di far fronte alle chiusure dettate dall’emergenza sanitaria, in parte prorogando e posticipando, in parte grazie all’aiuto della tecnologia.
Unico evento del calendario dantesco mantenuto in presenza è la lettura perpetua della Divina Commedia: a partire dal 14 settembre 2020, e per sempre, ogni sera davanti alla tomba del poeta si legge un canto. Il progetto, che prende il nome di “L’ora che volge il disìo” è trasmesso in streaming sui canali Facebook e Youtube (Ravenna per Dante e Viva Dante). Un impegno dall’alto valore simbolico, nelle parole del sindaco, Michele De Pascale: «Non smettiamo di credere nella cultura e nel suo ruolo fondamentale nell’aiutarci a orientarci e a superare queste difficili circostanze, sostenendo e nutrendo la mente e lo spirito di ognuno di noi».
L’installazione luminosa
Per tutto il 2021 sarà anche possibile, passeggiando per le strade di Ravenna, ammirare l’installazione luminosa “La luce delle parole”: quindici versi tratti dalla Commedia distribuiti in sei strade del centro storico (vie Gordini, Diaz, Corrado Ricci, Mazzini, IV Novembre e Cavour), allestiti in occasione del Natale 2020 ma che rimarranno in città per tutto il 2021.
All’indirizzo www.turismo. ra.it è inoltre possibile ascoltare in podcast le letture dei quindici canti. «L’installazione – si legge sul sito – traccia un sentiero brillante tra i portici e i palazzi della città: un vero e proprio omaggio all’Alighieri e al contempo un messaggio di speranza affinché si possa tornare al più presto «a riveder le stelle» (Inferno XXXIV, 139)».
Le mostre
A Ravenna sono due le mostre allestite, anche se attualmente non visitabili. Alla Biblioteca Classense Inclusa est flamma, a cura di Benedetto Gugliotta, è la prima parte di un percorso in tre tappe dal titolo “Dante. Gli occhi e la mente”, ideato dal Comune, dal Mar e dalla Classense. La mostra racconta, attraverso reperti e documenti, il sesto centenario della morte del poeta, inaugurato a Ravenna da Benedetto Croce, allora ministro della Pubblica istruzione. Edizioni speciali della Divina Commedia, carteggi, albi di firme, i progetti per l’allestimento della zona dantesca e i tre famosi sacchi di foglie d’alloro, recanti il motto che dà il titolo alla mostra, donati da Gabriele D’Annunzio e fatti recapitare in volo a Ravenna. La mostra, allestita nel corridoio grande della Classense, non è attualmente visitabile: la scadenza è stata prorogata al 17 luglio.
Seconda tappa del percorso espositivo dedicato a Dante, Dante nell’Ottocento. Un’esposizione degli Uffizi a Ravenna si realizza grazie alla collaborazione con il prestigioso museo fiorentino. L’accordo di lungo periodo prevede che un’opera a tema dantesco, proveniente dagli Uffizi, rimanga esposta a Ravenna per un anno. La prima opera, in mostra agli Antichi chiostri francescani fino al 5 settembre, è “Dante in esilio” di Annibale Gatti, un olio su tela che raffigura il poeta, insieme al figlio, sullo sfondo della pineta di Classe. In mostra, alcune fotografie storiche della pineta ravennate provenienti dal Fondo Corrado Ricci della Biblioteca Classense. La mostra attualmente è chiusa al pubblico.
È programmata per il 6 marzo prossimo l’inaugurazione della terza tappa del progetto, Le arti al tempo dell’esilio, ospitata nella chiesa monastica di San Romualdo, attigua alla Classense. Sono attesi, grazie alla collaborazione con gli Uffizi, capolavori di Cimabue e di Giotto, oltre a dipinti, sculture, manoscritti miniati e oreficerie.
Quarta tappa, o meglio appendice al progetto espositivo, Un’epopea pop, dall’11 settembre al Mar, affiancherà la fortuna popolare di Dante – in un dialogo fra testo e immagini a cura di Giuseppe Antonelli – a un percorso nell’arte contemporanea a cura di Giorgia Salerno, con una selezione di opere in attinenza concettuale ai riferimenti danteschi.
Rientra nella programmazione degli eventi che celebrano Dante Alighieri anche la mostra, allestita al Mar e prorogata fino al 2 maggio, Paolo Roversi. Studio luce, dedicata al fotografo ravennate. Fra le immagini esposte, la sezione dedicata alle “Beatrici” rende omaggio alla figura della musa, alla donna come ispiratrice d’arte: «Una musa è vento che ti porta al largo», scrive l’artista. Della mostra, attualmente chiusa al pubblico, è disponibile una visita virtuale sul sito del Mar (www.mar.ra.it).