Mostra variopinta a Napoli, la Divina Commedia al Palazzo delle Arti
Pubblicato il 20/07/2011
Le cantiche dantesche offrono lo spunto tematico, attraverso personaggi ed ambientazioni, per una rivisitazione in chiave moderna della Divina Commedia, attraverso la mostra organizzata al Palazzo delle Arti di Napoli.

Un celebre adagio medievale riesumato dal maggiore studioso partenopeo del secolo scorso, Benedetto Croce, apostrofava la città di Napoli come “un paradiso abitato da diavoli”.

Al di là delle implicazioni socio-culturali di un aforisma che assumeva i tratti del biasimo, l’espressione crociana calza a pennello ad una città tutta tesa tra vizi e virtù, tra immobilismo e sperimentalismo, e si presta ad essere lo slogan più adeguato per la mostra del Pan (Palazzo delle arti di Napoli) dedicata al capolavoro universale del divin poeta, la Divina Commedia. Il prestigioso palazzo Roccella, sede dal 2005 di uno spazio civico destinato alla funzione permanente di Centro per le arti contemporanee, per un momento dismette il vestito buono e si fa moderna “selva oscura”.

Il “colossal” dantesco, opera corale e multi sfaccettata, si presta ad una coerente rilettura della varietà che segna il mondo e la società contemporanea, ne diviene il ritratto fedele, prestandosi ad offrire personaggi e ambientazioni riletti secondo i dettami dell’arte contemporanea, attraverso il percorso diversificato segnato dagli artisti “chiamati alle arti” in occasione della moderna allegoria della Commedia. La grande collettiva promossa da Largo Baracche Project (a cura di Mariano Irpi, Giuseppe Ruffo e Pietro Tatafiore) con la collaborazione del Polo delle scienze umane e sociali della Federico II, offre al visitatore un percorso sui generis tra le cantiche dantesche, dove i celebri personaggi del poema fungono da spunto creativo per la sua ri-attualizzazione.

Un percorso che si snoda attraverso il linguaggio artistico della fotografia, del video, dell’installazione, della pittura e della scultura e che articola le sale del palazzo in un iter in cui il visitatore, quasi vestendo i panni di un moderno Dante Alighieri, viene condotto dall’ “aere sanza stelle, aura morta” dell’Inferno al Paradiso, il luogo dell’ “amor che move il sole e l’altre stelle”. Tra gli artisti partecipanti ad un manifestazione profondamente segnata dal territorio ma di ampio respiro internazionale figurano Jovanovic, autrice dell’evento «Shoot me», Franco Lo svizzero, Aria Secca, ma anche Afterall, Maria Giovanna Ambrosone, Alessandro Bavari, Krzysztof M. Bednarski con Silvio Orlando, Blue & Joy, Fabulouskhate, Arturo Ianniello, Anna Konik, Hans – Hermann Koopmann, HH Lim, Salvatore Mauro, Carla Mura, Pasquale Napoletano, Daniela Politelli, Virginia Ryan, Girolamo Santulli, Beatrice Secca e Vincenzo Spagnolo.

Così commenta l’iniziativa uno dei curatori, Pietro Tatafiore: «Siamo contenti di riuscire a portare avanti un discorso moderno-contemporaneo con ciò che ci è stato tramandato dai nostri predecessori e avviare progetti di cooperazione internazionale. D’altra parte la funzione del nostro spazio espositivo è proprio quella di utilizzare l’arte come mezzo di sviluppo territoriale, ponendosi come punto di aggregazione culturale capace di guardare oltre i confini nazionali». Non a caso special guest della manifestazione è un artista partenopeo ma stimato ed apprezzato dalla critica d’oltreconfine, Ernesto Tatafiore , esponente di spicco della Transavanguardia italiana insieme con Mimmo Paladino, Sandro Chia, Giovanni De Clemente e Nicola De Maria.

Il maestro napoletano si presenta con un grande quadro ispirato al girone dei traditori della patria con la raffigurazione di diversi personaggi storici. Nella mostra non mancano ovviamente rimandi critici al presente; le tematiche dantesche fanno da tramite e assurgono a metafora incipiente delle contraddizioni e delle aporie dell’ attualità: il salernitano Corrado La Mattina, infatti, ha realizzato un’opera dal titolo emblematico «Dall’Acheronte a Lampedusa», lugubre scheletro di una barca di quattro metri che si riflette in uno specchio a forma di teschio, ispirato alla figura infernale di Caronte, il traghettatore delle anime, che si fa allegoria delle note vicende siciliane degli ultimi mesi.

(da www.ilmediano.it)
Autore: Marco Napolitano

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