CLT – Dante / E il Montepaschi senese snobbò il Sommo poeta fiorentino

Roma,
18 gen (Velino) – “Non vorrei che nei confronti di Dante ci fosse il
solito ostracismo dei senesi nei confronti dei fiorentini”. La battuta
dell’ex segretario del Ppi Gerardo Bianco coglie bene il “paradosso”
della nuova edizione critica delle opere dantesche, che sarà pubblicata
di qui al 2021 in occasione dei 700 anni della morte del Sommo poeta.
Il progetto editoriale (otto tomi per un totale di 15 volumi) sarà
infatti finanziato da due fondazioni bancarie: quelle del Banco di
Napoli e di Sicilia. Una città e una regione che poco hanno a che
vedere con la vita dell’Alighieri, tutta trascorsa fra l’amata Firenze
e la Ravenna dell’esilio, a eccezione delle missioni diplomatiche a
Roma e Venezia. “Non ho trovato la stessa attenzione da parte di
Siena”, ha ammesso durante la conferenza stampa di presentazione a
Palazzo Chigi il patron della Salerno editore Enrico Malato (che
coordina l’impegnativo progetto) rispondendo proprio alla domanda
dell’ex segretario popolare. La Monte dei Paschi, insomma, che
parteciperà ai lavori di restauro della Basilica di San Bernardino
all’Aquila distrutta dal terremoto in ragione della provenienza senese
del predicatore francescano, nonostante la situazione relativamente
florida delle sue casse non staccherà assegni per ripubblicare la summa
delle opere del fiorentino Dante. A farlo saranno invece due fondazioni
meridionali, nonostante le riduzioni di budget conosciute nell’ultimo
anno a causa della crisi economica. L’impegno economico – che sarà
paritetico per i due “sponsor”, secondo quanto stabilisce la delibera
istitutiva approvata lo scorso anno – dovrebbe aggirarsi attorno ai
50-60 mila euro l’anno e coprirà un arco di tempo decennale.