Ottobre, piovono libri. La Divina Commedia secondo le opere di Nicola Andreace e Vincenzo De Filippis

Il progetto del MIBAC “Ottobre piovono libri. I luoghi della lettura” va imponendosi anno dopo anno, non soltanto come appuntamento di straordinaria vitalità, ma soprattutto di pungolo a ricercare fonti di interesse sempre più diversificate. Ed è in linea con questa esigenza che, nella programmazione delle manifestazioni promosse dal “Gruppo Anonimo ‘74”, i riflettori saranno puntati sul libro dei libri, la “Divina Commedia” di Dante Alighieri, vista da due maestri dell’arte pugliese: Nicola Andreace di Massafra e Vincenzo De Filippis di Grottaglie (nella foto l’opera di Andreace ‘Purgatorio, canto XXXII, Il Carro con le 7 fiere’ 1983, t.m. su tela).

Innumerevoli sono stati attraverso i secoli gl’illustratori delle opere di Dante, in primis, appunto, la Divina Commedia, i cui versi prendono in esame le tensioni, le passioni, i risvolti affettivi e sociali della condizione umana. Andreace, nelle sue opere in mostra, realizzate nel 1983 e ’84, con una tavolozza che attinge alla sua lunga esperienza sia nel campo della pittura sia nel campo della grafica, componendo un affresco a tinte forti, dal taglio espressionistico, fa emergere la concezione virile che Dante ebbe della vita, la sua estrema severità verso chi visse senza coscienza della dignità umana, la sua ammirazione per i maestri che gli avevano insegnato come divenire eterni, malgrado le avversità, la sua constatazione del desiderio naturale degli uomini a “seguire virtute e conoscenza”. Andreace nelle sue opere in esposizione, in una modalità contemporanea, facendo un uso dinamico dello spazio e del colore, con improvvisi guizzi dell’immaginario, attraverso suggestioni, impulsi e culture, riannodando il rapporto interrotto con il tempo, trasmette il misticismo della Divina Commedia, afferma l’imprevedibilità della vita e l’eternità della poesia e dell’arte, patrimonio della società.

Vincenzo De Filippis intrattiene il suo colloquio con l’episodio più “gettonato”, quello di Paolo e Francesca (Inf. V) modellando la terracotta in una visione dalle linee morbide, mettendo in luce tutta la forza poetica ed estetica, ivi racchiusa. Con la sua opera, jntroducendoci in un’epoca, che richiede silenzio, raccontandoci l’episodio di amore e morte, l’artista con rigore plastico, valendosi della sua esperienza artistica, dà fisicità, nuova vita e nuovi significati ad un universo complesso, che indaga il tempo, il luogo, la passione dei due amanti, la pietà di Dante.

La serata sarà arricchita dagli interventi di Alberto Altamura, docente di latino e greco nei licei statali ed attualmente dirigente scolastico dell’Istituto Tecnico Statale “E. Amaldi” di Massafra, il quale intratterrà il pubblico sugli aspetti letterari, umanistici e filosofici della Divina Commedia; Aldo Galeano, responsabile del “Gruppo Anonimo ’74” di Monteiasi, promotore dell’evento, che reciterà brani scelti dalle tre Cantiche, mentre Angelo Lippo, critico d’arte e poeta, centrerà la sua relazione su “Dante nelle arti figurative” con particolare riferimento al contemporaneo.

Un appuntamento che sicuramente attirerà i tanti studiosi ed amatori del sommo poeta, che, grazie anche alle Letture dantesche che si tengono in molte città d’Italia, continuano a tenerne sempre viva la memoria, ma anche a stimolare la ricerca per nuovi e più intriganti approfondimenti.

Nicola Andreace ha documentato l’evento con un suo Manifesto, a cui ha aggiunto la seguente nota esplicativa: “Pagine scritte che svelano la memoria e pagine da scrivere veleggiano nelle acque della Cultura e lasciano le tracce nella storia dell’umanità.”

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