RAVENNA. Ravenna celebra il padre della lingua italiana con la seconda edizione del Festival Dante2021. “…E quindi uscimmo a riveder le stelle” il titolo di questa edizione al via questa sera, che fino all’8 settembre presenta un ricco cartellone, curato da Domenico De Martino, di mostre, incontri e spettacoli tutti ad ingresso libero. Il Festival – che unisce in un progetto comune Firenze, città natale del sommo poeta, e la sua ultima patria Ravenna (dove morì nel 1321), in vista del settimo centenario della nascita – è promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna con la direzione scientifica dell’Accademia della Crusca di Firenze.

PROGRAMMA. L’intenso programma della giornata inaugurale, preapertura di Dante2021 e del Settembre Dantesco organizzato dal Comune di Ravenna, si apre alle 18 nella Sala Muratori della Biblioteca Classense con la presentazione di tre mostre che danno testimonianza di come i canti della Divina Commedia siano stati da sempre fonte di ispirazione per innumerevoli artisti di ogni parte del mondo in ogni epoca. Interverranno: Marilena Tamassia (Curatrice della mostra di Giuseppe Cremoncini e Responsabile del Gabinetto Fotografico degli Uffizi), Paola de Polo (Responsabile Organizzazione mostre Archivio Alinari), Marzio Porro (docente dell’Università degli Studi di Milano) e Maria Grazia Marini (Direttore Istituzione Biblioteca Classense).

Alle 19 nella Manica Lunga della Biblioteca Classense l’inaugurazione di “Paesaggi italici nella Divina Commedia”, 50 emozionanti fotografie – esposte per la prima volta – che Vittorio Alinari dedicò tra il 1917 e il ’21 ai luoghi d’Italia citati nella Commedia.
Le immagini rappresentano un testamento artistico dell’ultimo erede Alinari che, proprio l’anno precedente l’uscita dell’opera, aveva deciso di lasciare il timone della Casa fondata dal padre ottant’anni prima. Ma le bellissime foto che Alinari dedicò ai luoghi d’Italia citati nella Commedia sono anche il ‘testamento’ di un Paese che da li a poco sarebbe stato stravolto tanto da essere, ‘appena’ un secolo dopo, irriconoscibile. Alinari rilegge e ripropone i riferimenti paesaggistici della Commedia alla luce della sua interpretazione neoromantica. Le fotografie, che sembrerebbero raffigurare “alla lettera” siti anche semplicemente citati nella Commedia, sono in realtà un’interpretazione del paesaggio. Come nota Marzio Porro nella presentazione del catalogo, le foto rappresentano concezione ‘infernocentrica’ e intensamente romantica della Commedia che si concentra sul tema del male, della ‘colpa e della pena’ sottolineata dall’alto numero di foto dedicate a dirupi, antri rocciosi, scogliere aspre, sassame: si pensi agli Slavini di Marco, a L’Acquacheta, alla Spelonca di Aronta, ai Monti di Luni, a Portovenere, a la Rupe Tarpea… e i luoghi del magma: l’Etna e il Bulicame. Ma anche alle rovine di paesi ed edifici, che in qualche modo fanno corpo con quelle naturali, come Caprona, Palestrina, Santa Maria della Vittoria a Tagliacozzo, Romena…
La mostra è aperta fino al 7 ottobre, tutti giorni dalle 10 alle 19.

MOSTRE. Alle 21 nei Chiostri Francescani della Fondazione Cassa Ravenna l’inaugurazione delle mostre “Dante illustrato. Paesaggi per la Divina Commedia” frutto della campagna fotografica che il giovane Giuseppe Cremoncini realizzò nel 1896 per Corrado Ricci, storico dell’arte ravennate e fondatore del Gabinetto fotografico degli Uffizi e “Ne la pittura tener lo campo”, progetto che prolunga la visione dantesca nella contemporaneità con la commissione a dieci artisti internazionali di opere ispirate a Dante Alighieri.

La “Divina Commedia illustrata”, curata da Corrado Ricci nel 1896 (con successive edizioni) ha la caratteristica, per i tempi estremamente innovativa, di essere corredata di fotografie tra le quali quelle presentate nella mostra curata da Marilena Tamassia sono state realizzate da Giuseppe Cremoncini e donate dagli eredi, nel 1916, al Gabinetto Fotografico degli Uffizi. Le immagini, unica testimonianza rimastaci di questo giovane morto a 28 anni, ci restituiscono la volontà di esplorare e documentare i luoghi danteschi, ai limiti del possibile, con uno sforzo di ricerca e di ripresa, che fornisce un innovativo strumento di avvicinamento al poema, a testimonianza dell’impulso dato all’uso della fotografia in operazioni culturali di altissimo livello.
La mostra è aperta fino al 7 ottobre, tutti i giorni dalle 10 alle 19.

I canti della Divina Commedia, sono stati da sempre fonte di ispirazione per innumerevoli artisti di ogni parte del mondo. Versi danteschi sono stati “tradotti” in immagini da Botticelli e Michelangelo, da Doré e Delacroix, fino a Robert Rauschenberg. Con “Ne la pittura tener lo campo” si sono voluti riunire 10 artisti contemporanei a quali è stato chiesto di rappresentare la loro visione dantesca. Alcuni di loro hanno sentito, indagato e rappresentato il perpetuo e caotico movimento scatenato nelle visioni dell’Inferno, altri, per contrasto, hanno presentato la festosa, pacificata tranquillità del Paradiso. Altri ancora hanno dato raffigurazione al loro sentimento complessivo verso la poesia di Dante. E proprio quell’affinità spirituale, che travalica tutti i confini nazionali senza smarrire il senso della diversità dei singoli Paesi, ha dato impulso ai lavori di Maria Abbadessa a Tommaso Cascella (Italia), Nebojsa Bogdanovic (Serbia) a Ymer Shaqiri (Kosovo), Maria Fischbacher (Austria), Ines Lenz (Svizzera), Joachim Hiller e Friedericke Oeser (Germania), Carolina Gallois (Francia) e Andrew James (Inghilterra).
La mostra è aperta fino al 9 settembre tutti i giorni dalle 10 alle 19.

ARTE & MUSICA. Il percorso per immagini proposto dalle mostre che caratterizzano questa edizione del Festival è l’occasione per un incontro con un’altra “possibilità di lettura”, quella attraverso la musica che trova una prima espressione nel concerto “Attraverso il Novecento” che concluderà ai Chiostri Francescani il programma della giornata inaugurale. Il concerto, frutto dell’appassionato e originale intreccio collaborativo tra il Conservatorio ‘Luigi Cherubini’ di Firenze (Ensemble Luigi Dallapiccola, diretto da Luciano Garosi) e l’Istituto Superiore di Studi Musicali ‘Giuseppe Verdi’ di Ravenna (Ensemble Cameristico, coordinato da Luciano Bertoni), presenta un programma di musiche di affermati musicisti del Novecento, come Sylvano Bussotti, Luigi Dallapiccola, Romano Pezzati e Carlo Prosperi, che introducono e ‘abbracciano’ quattro nuove creazioni di giovani compositori italiani dedicate a Dante, qui eseguite in prima assoluta,: “Già era ‘l sole a l’orizzonte giunto” di Alessandro Grandi (1989); “Dal Canto di Ulisse” di Marco Mannucci (1974); “Intorno a Dante” di Emilio A. Pischedda (1984) e “Paolo e Francesca” di Nicola Menci (1974).

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