Roberto Benigni dottore in filologia classica: il 17 gennaio all’Unical
La Calabria e la sua università si preparano ad accogliere Roberto Benigni.
Nel corso dell’inaugurazione dell’anno accademico 2011- 2012, infatti, l’attore e regista- vincitore di tre Oscar nel 1997 per il film La vita è bella e artefice di veri e propri capolavori della comicità made in Italy (Berlinguer ti voglio bene, Il piccolo diavolo, Non ci resta che piangere, Johnny Stecchino, Il Mostro e tanti altri) – riceverà la Laurea Magistrale honoris causa in Filologia moderna.
Strameritata perché i suoi commenti e letture della Divina Commedia hanno permesso al sommo poeta di entrare in milioni di case per essere finalmente compreso e amato.
Strameritata perché Roberto Benigni è l’artista che, in un momento storico e politico drammatico per il nostro paese, parlando di Mameli e del suo inno, è riuscito nell’impresa di farci sentire, nonostante tutto, orgogliosi di essere italiani.
Strameritata perché Roberto Benigni è il giullare che, nel Parlamento europeo, ha emozionato francesi, tedeschi, spagnoli eccetera parlando delle cose – tante, belle e irripetibili – che la nostra cultura ha donato gratuitamente al mondo e all’idea di bellezza. Quel giorno – e solo lui poteva riuscirci – in tanti si sono sentiti in debito con questa Italia indebitata.
Ieri, nella sala Guarasci del rettorato dell’ateneo calabrese, durante la conferenza stampa, i professori Giovanni Latorre (rettore) e Raffaele Perrelli (preside della facoltà di Lettere e Filosofia) hanno parlato di “occasione unica di rilancio non solo per l’Unical ma per l’immagine dell’intera regione Calabria” e sottolineato che “Benigni, attore, riceverà la laurea in filologia moderna per i suoi oggettivi e grandi meriti di commentatore dei testi di Dante”.
Il dott. Francesco Kostner, capoufficio stampa Unical, ha poi spiegato le difficoltà legate all’organizzazione dell’evento e manifestato “soddisfazione per vedere premiato un lavoro iniziato più di un anno fa”.
La consegna della laurea avverrà in concomitanza con una ricorrenza speciale: il quarantesimo anniversario della nascita dell’Università della Calabria.
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La cerimonia si terrà il prossimo diciassette gennaio, a partire dalle 10.30, nel nuovo Teatro Auditorium dell’ateneo: inutile dire che i cinquecentocinquanta posti disponibili saranno occupati in ogni ordine.
Molti, dunque, rimarranno fuori; tanti, però, potranno seguire la lectio magistralis in diretta dai maxischermi che, per l’occasione, saranno allestiti nell’aula magna e in altri locali del campus universitario.
Un terzo della platea sarà formata da studenti e una buona percentuale di questi saranno stranieri Erasmus.
Sono attesi, inoltre, i rettori di alcuni degli atenei italiani più prestigiosi.
Ciò che conta è che questo evento – a prescindere dalla sua insita rilevanza culturale – sarà importante vetrina per una terra abituata a richiamare l’attenzione dei media nazionali quasi solo per vicende legate a storie di ‘ndrangheta.
Giorgio Bocca, da poco scomparso, nel suo reportage Aspra Calabria ricordava che Platone definiva Locri “il più bel fiore d’Italia” e affermava che i calabresi onesti “vivono come in perenne attesa di un metaforico ritorno di Pitagora”: cioè, ricordano il radioso passato e si rifiutano di accettare il triste presente.
Il filologo Benigni non è Pitagora ma in Non ci resta che piangere, con Troisi, spiegò a Leonardo da Vinci le regole del gioco della scopa. Tra qualche giorno sarà all’Unical come ambasciatore di Dante.
E questo, alla fine, è quello che conta. Quello che serve.