Turismo nel nome di Dante
Nasce l’alleanza fra tre città
A PASSO CON LA STORIA. Intesa fra i Comuni che hanno segnato la vita del sommo poeta: Firenze, Verona e Ravenna

Stilato ieri a palazzo Barbieri un protocollo che sancisce l’alleanza nella promozione di eventi culturali congiunti per valorizzare i luoghi frequentati a 700 anni dalla morte

* 11/06/2010

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La statua di Dante in piazza dei Signori FOTO MARCHIORI

Nato a Firenze, vissuto a Verona, morto a Ravenna. Dante Alighieri diventa “promotore turistico”, ispiratore di una nuova alleanza tra i centri più importanti che segnarono la sua biografia. Si sono incontrati ieri a Palazzo Barbieri gli assessori alla cultura dei comuni di Verona, Firenze e Ravenna per stilare un protocollo d’intesa che vedrà le tre città alleate nella promozione di eventi culturali congiunti, «atti alla valorizzazione dei luoghi che testimoniano la presenza del padre della lingua italiana».
In altre parole, il sommo poeta scende in campo come guida turistica d’eccellenza. L’idea iniziale, i contenuti concreti sono ancora in fase di definizione, è quella che Dante faccia da collante tra il Veneto, l’Emilia Romagna e la Toscana.
Un turista che arrivi a Firenze, in pellegrinaggio alla casa del sommo, non può non visitare Verona dove rimase in esilio sette anni per scriverci buona parte del Paradiso, e nemmeno può trascurare Ravenna dove è sepolto. Insomma, sul tavolo di lavoro c’è la creazione di un itinerario dantesco che ha come traguardo ultimo il 2021, anno in cui ricorre il settimo centenario della morte.
Per allora, le tre città vogliono farsi trovare preparate e forse anche proseguire quel percorso di valorizzazione iniziato a Firenze nel 2008, a settecento anni dall’esilio, quando la commissione cultura di Palazzo Vecchio approvò la mozione che intese «revocare formalmente il bando con cui Dante venne cacciato da Firenze nel 1302».
Allora prese forma l’idea di creare un percorso di collaborazione con le amministrazioni di Ravenna e Verona per la promozione di una serie di eventi in onore di Dante che ha portato, ieri, il primo passo concreto.
«Dopo la realizzazione di un itinerario specifico per valorizzare a livello turistico i luoghi che testimoniano la presenza di Dante Alighieri a Verona», spiega l’assessore comunale alla cultura, Erminia Perbellini, «l’amministrazione comunale ha inteso ampliare questo progetto coinvolgendo le altre città legate a Dante per iniziare una proficua collaborazione sia dal punto di vista turistico che culturale».
«La tradizione dantesca va valorizzata e proiettata nel futuro», ha aggiunto l’assessore alla Cultura del comune di Ravenna, Alberto Cassani, «nel progettare gli eventi utilizzeremo elementi di innovazione che tengano presente sia gli aspetti scientifici filologici che di divulgazione».
«Dobbiamo rispondere alla crisi che ha duramente colpito anche il settore del turismo con delle proposte di impatto», è l’opinione dell’assessore al turismo del comune di Firenze, Elisabetta Cianfanelli, «e l’alleanza tra le tre città cardine della vita di Dante va in questa direzione».
A suggellare la corrispondenza d’intenti, anche la presenza all’incontro del conte Pieralvise Serego Alighieri, ventesimo pronipote di Dante, da sempre attento custode delle tradizioni dantesche, strenuo difensore del grande poeta da tutte le evocazioni improprie. Soprattutto quelle di sconcertante banalità di alcune campagne pubblicitarie che lo tirano in ballo per il logo di un olio di oliva, per fargli fare quattro salti in padella, o per suggerire che avrebbe potuto scrive la Divina Commedia su un particolare rotolo di carta igienica multi strato.
Dante Alighieri, il padre della lingua italiana, merita di meglio. E Verona, in collaborazione con il comitato veronese della Società Dante Alighieri presieduto da Giannantonio Bresciani, ha già messo in piedi un percorso dantesco: dodici siti entro l’ansa dell’Adige, luoghi che tornano anche nella poesia dell’exul immeritus: dalla chiesa di San Fermo dove Dante andava per assistere ai lavori dei mastri impegnati nel restauro, alla casa di Giulietta al palazzo di Grangrande dove probabilmente visse, fino alla Biblioteca Capitolare dove gli fu possibile leggere i codici di Giustiniano, i testi di diritto romano che sono alla base delle leggi occidentali.
Dodici tappe per scoprire un po’ di più sulla vita e sulla figura di Dante Alighieri di cui tanto si è letto, ma di cui ancora poco si sa.

Silvia Bernardi

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